Napoli, Ancelotti e De Laurentiis e quello sguardo dopo il 3-2 a Salisburgo


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E poi, quella foto. Con Alex Meret che rimane comunque in porta, anche se sullo sfondo, ma non è questo il punto. Il punto sono loro, Carlo Ancelotti e Aurelio De Laurentiis. Loro, che si erano tanto amati e che, a quanto pare, si amano ancora. Uno preferisce la coppa, non l’ha mai nascosto, l’altro preferisce chi preferisce la coppa. Per la proprietà transitiva, la coppa inizia a preferire loro. Loro, insieme. Loro, due. Loro, sulla stessa barca. Loro, che chissà cosa accadrà domani, ma oggi si guardano così. Loro, che in vacanza solcano fianco a fianco i mari verso Capri e, sorpresa, le acque posso essere molto calme anche nella stagione sbagliata. E’ sempre estate, quando si vincono partite come quella del Napoli a Salisburgo. Con due gol di Dries Mertens, che avrà anche problemi di contratto, ma intanto aggancia e supera Diego Armando Maradona. Con una rete di Lorenzo Insigne, che ha avuto problemi con Ancelotti, ma adesso non li ha più.

 

Carlo Ancelotti guarda Aurelio De Laurentiis, e Aurelio De Laurentiis è felice. Carlo Ancelotti abbraccia Lorenzo Insigne dopo il gol, e Lorenzo Insigne è felice. Carlo Ancelotti bacia sulla testa Dries Mertens in occasione della sostituzione, e Dries Mertens è felice. In quel momento lo è, indiscutibilmente, poi si vedrà.

Uno sguardo. Un abbraccio. Un bacio. Il prolungamento in tre atti di un amore che, in quanto tale, può anche scricchiolare. Ma l’amore è così, alla fine trionfa sempre, magari attraverso la forma che non ti aspetti. Un pallone può rotolare verso il cuore, ancora prima che verso la porta. Battiti e tacchetti, sentimenti e gol.

 

Carlo Ancelotti, quando sente la musichetta della Champions, si trasforma. Diventa il proprietario di Fantasilandia, dove tutto è possibile. Comanda a casa sua. Da calciatore ha vinto due Coppe dei Campioni, con la maglia del Milan. Da allenatore ne ha vinte tre, due con il Milan e una con il Real Madrid, la mitica Decima. E’ uno dei soli sette al mondo ad aver trionfato nella competizione sia sul campo che sulla panchina. E’ uno dei soli tre al mondo ad averne fatte sue tre da allenatore, gli altri si chiamano Bob Pasley e Zinedine Zidane. Il passato diventa una premessa necessaria per spiegare il presente, per raccontare che se hai lui, e te lo tieni stretto, e gli concedi serenità e sincerità, allora puoi sederti in poltrona e gustarti lo spettacolo.

Alla Red Bull Arena è missione ardua riuscire a vincere. Per tutti. E’ un piccolo fortino incastonato fra le montagne, dove nell’intervallo gli altoparlanti sparano a tutto volume la Radetzky Marsch. Josef Radetzky era un feldmaresciallo austriaco e la marcia fu composta, da Johann Strauss padre, per celebrare la riconquista austriaca di Milano dopo i moti rivoluzionari in Italia del 1848. Adesso, la rivoluzione è più a sud. Una rivoluzione partita da uno sguardo. E da una foto. 

 

From: Sky Sport.
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