Napoli, Ancelotti sull’ottovolante:cinque sistemi diversi e turnover super


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Carlo Ancelotti punta molto sulla duttilità dei suoi uomini, soprattutto a centrocampo, e sull’imprevedibilità della fase offensiva che varia a seconda dei momenti, delle partite e degli avversari. In questo senso è uno degli allenatori che cambia più di tutti in serie A non facendo riferimento a uno schema fisso e sull’idea dei titolarissimi: in queste prime dodici partite (nove di campionato e tre di Champions League) il tecnico degli azzurri ha fatto affidamento sistematico al turnover e non ha mai schierato lo stesso undici iniziale cambiando la formazione di partita in partita. Situazione che ha sortito effetti positivi, come ad esempio nella trasferta di Lecce dove Ancelotti cambiò otto uomini rispetto alla sfida contro il Liverpool e il Napoli vinse 4-1, ma che a volte non ha funzionato come a Ferrara dove gli azzurri sono stati bloccati sul pareggio. Contro la Spal tra i più deludenti è stato Elmas schierato sulla destra, invece che nel suo ruolo abituale di centrale di centrocampo, e si sono avvertite le assenze iniziali di Callejon e soprattutto di Fabian Ruiz.

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Il tecnico cambia di posizione soprattutto i centrocampisti che considera dei veri e propri jolly: l’unico sempre schierato da centrale è stato Allan, anche se ora anche la sua posizione è stata leggermente modificata perché in impostazione parte un po’ più basso davanti alla difesa a quattro. I due jolly veri e propri sono Zielinski e Fabian Ruiz che Ancelotti ha alternato tra il ruolo di centrale e quello di esterno: il polacco è stato impiegato in sei partite da centrale e cinque volte da esterno (tre volte quando è partito da titolare e due quando è subentrato dalla panchina), Fabian Ruiz sette volte da centrale (due di queste volte sempre centrale ma più avanzato da trequartista nel 4-2-3-1 offensivo delle prime due partite contro Fiorentina e Juventus) e quattro da esterno (tre a sinistra e una a destra, ieri nel secondo tempo contro la Spal). Elmas dopo le prime quattro apparizioni da centrale ieri è stato schierato per la prima volta a destra.

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Ancelotti ha alternato la coppia di attacco potendo contare su più soluzioni schierando più di tutti Mertens, titolare in ben nove occasioni su dodici partite. Dries, quindi, è stato il punto di riferimento giocando da prima o seconda punta, o un passo più indietro all’attaccante centrale come a Ferrara contro la Spal con Milik terminale più alto. Il suo partner impiegato più volte è stato Lozano, il messicano ha giocato in cinque occasioni in coppia con il belga, una sola volta il partner è stato Milik contro la Spal (il polacco fermo più di un mese inizialmente per infortunio ha giocato solo tre partite da titolare) e una Llorente contro il Brescia (lo spagnolo ha giocato due volte da titolare tenendo presente anche Lecce). Nella coppia di attacco Insigne è stato schierato contro il Verona e a Salisburgo, quando è entrato al posto di Lozano, e ha giocato nove volte sulla sinistra (compresa la partita contro la Samp quando entrò nell’ultimo quarto d’ora).

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Ancelotti in fase difensiva non ha mai cambiato, il modulo è rimasto sempre il 4-4-2, mentre è variato in fase offensiva: nelle prime due partite con Fiorentina e Juve il tecnico si è affidato al 4-2-3-1, passando al 4-4-2 nel secondo tempo del match all’Allianz Stadium per altre sette volte e cioè la grande maggioranza delle partite modificandolo in sole tre occasioni con il 4-3-2-1 di Lecce (la soluzione scelta quella di Milik e Insigne rispettivamente alla destra e alla sinistra della punta più avanzata Llorente), il 4-3-3 di Torino contro i granata di Mazzarri con il tridente dei piccoletti Lozano-Mertens-Insigne e il 4-4-1-1 di Ferrara contro la Spal con Mertens che ha giocato inizialmente un passo dietro a Milik. Poi nell’ultimo quarto d’ora con l’ingresso di Llorente al posto del belga si è tornato al 4-4-2 con le due torri centrali e Callejon e Insigne larghi a centrocampo per i cross. © RIPRODUZIONE RISERVATA

From: Il Mattino.

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