Il centrocampista teme una nuova positività dopo il caso di ottobre scorso, alla vigilia della sfida contro la Juventus
NAPOLI – Si fa in fretta a sentirsi travolti dalla paura, a volte basta poco, anche semplicemente un tampone antigenico che entra in conflitto con quello successivo: Piotr Zielinski è rientrato in Italia e al primo controllo in aeroporto ha (ri)cominciato a tremare, perché il test rapido gli ha dato esito positivo e l’ha catapultato in una dimensione già vissuta esattamente sei mesi fa. Poi ha provveduto immediatamente, appena arrivato a casa, a farne un altro: stavolta, controindicazione, risposta negativa, ma si sa che non basta, non ci si può accontentare e che bisogna chiaramente rivolgersi al molecolare. Fatto. E la risposta, quella certa e definitiva, è attesa per stamattina, quando Zielinski saprà se il suo incubo rimane soltanto ed esclusivamente quello di ottobre scorso o se, maledizione, tocca di nuovo a lui doversi rinchiudere tra quattro mura e aspettare che passi.
Piotr Zielinski ha trascorso quattro giorni in ritiro, e dividendo la stessa camera con Lukas Skorupski, il portiere della nazionale polacca e del Bologna fermato dal Covid il 27 marzo: i primi controlli non hanno, chiaramente, indotto a preoccupazioni e il centrocampista del Napoli ha regolarmente giocato (anche) l’altra sera, in Inghilterra nella sfida di qualificazioni ai Mondiali. Al rientro, ieri all’alba, l’allarme, mitigato dal successivo tampone e ora sottoposto al responso del molecolare. A Piotr Zielinski è già successo di dover vivere in isolamento, vittima del Covid-19 nell’ottobre scorso e proprio alla vigilia di Juventus-Napoli, la partita che venne rinviata per il suo caso, per quello di Elmas e di un dirigente del club. Sei mesi dopo, e quando «quella» gara sta per presentarsi di nuovo – appuntamento mercoledì sera alle 18.45 a Torino – ecco l’attesa che inquieta.
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