Nel giorno del compleanno del dio del calcio morto definitivamente questo sport nel cuore di tanti tifosi. Netto rigore su Llorente negato agli azzurri, cartellini distribuiti in maniera anomala, un signore come Ancelotti espulso senza valido motivo: questo è stato Napoli-Atalanta. E il commento post gara del presidente, rigorosamente in romanesco: «Ma che è sta cafonata?», a ricordare De Sica nel suo cinepanettone di qualche anno fa. E allora nel film la risposta fu: «È lo sport del 2000», oggi nella realtà basterebbe spostarci di 20 anni in avanti: è così che funziona il calcio nel 2020.
Tutto il San Paolo infuriato: «Dovremmo ritirare la squadra e andare tutti via dallo stadio»; «Dovevano uscire tutti dal campo insieme ad Ancelotti»; «Presidente, altro che cafonata: è un’associazione a deliquere, non stare a questi giochi»; «Basta con questa pagliacciata, il calcio non esiste più», sono i commenti che si diffondono anche sul web. «Ma come fa l’arbitro a perdere 10 minuti col gioco fermo e poi non va a rivedere l’azione?»; «A cosa serve il var?»; «Abbiamo una tecnologia che dimostra chiaramente che si trattava di rigore: l’utilizzo fatto in questo modo dimostra solo malafede»; «Non ci sono giustificazioni, arbitro venduto», continua ancora mezza Italia.
Perché l’episodio ha fatto discutere anche i tifosi delle altre squadre: un gesto troppo chiaro per passare inosservato. E mentre qualcuno ricorda ancora Mertens a Firenze, il Napoli lascia per strada altri due punti: «Colpa di nessuno, abbiamo giocato bene contro la squadra più in forma del campionato. Meritavamo di vincere»; «Il pareggio parte dal gol negato: una truffa vera e propria»; «Basta cercare le responsabilità nella squadra o nel tecnico, è tutto già deciso, stavolta devono arrivare altre davanti»; «In un incontro di wrestling non sarebbe successo questo».
Una città intera che chiede le dimissioni di Rizzoli: «Ha fallito lui e la Var. Facesse l’uomo e si ritirasse». È questo l’argomento del giorno nei bar e per le strade quanto nelle piazze virtuali. La partita, le prestazioni, gli episodi, ma alla fine un solo messaggio comune: il Napoli meritava di vincere ma Giacomelli e i suoi colleghi hanno negato lo sport e hanno dato voce a evidenti irregolarità. Un pensiero duro da parte dei tifosi, ma condiviso in maniera unanime.
Il pallone offerto polemicamente da Tonelli al direttore di gara, come si fa solitamente al man of the match: è questa l’immagine finale della serata. E quel viso carico di sconforto sul volto dei giocatori: non basta sudare la maglia, non basta giocare bene, non basta… e la storia si ripete. Una pugnalata a chi credeva nello sport, nella giustizia, nella speranza di riscatto attraverso il calcio in una realtà dura e marcia. Ma quel marcio forse non risparmia neanche quel campo di gioco. La voce dei napoletani è una: «Vergogna».