Napoli-Atalanta, sulle fasce si soffre e in attacco male Milik e i ricambi


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Clic. Buio in sala. All’improvviso: dopo un’ora e più di dominio e spreco assoluto sotto porta. Così va il calcio. Come se qualcuno avesse staccato l’interruttore. Il Napoli sparisce, non c’è più in un batter d’ali. Lo cerchi dal 70′ in poi ma non lo trovi. Non corre più, non morde. Non fa nulla di nulla. Il mondo va avanti senza di lui mentre resta lì a piangersi addosso per i gol divorati là davanti da Milik, Mertens e Zielinski. Una metamorfosi improvvisa, con i movimenti che diventano confusi e rattrappiti. La passione delle 18mila anime pie che nel lunedì albis al casatiello in famiglia tradita da un risultato ingiusto, pesante e immeritato.

Ospina 5.5
Con i piedi è il migliore del terzetto di portieri azzurri, su questo pochi dubbi: poco sollecitato, al 35′ rischia un errore anche piuttosto clamoroso sul Papu Gomez. Sul gol di Pasalic forse sbaglia il tempo dell’uscita, di certo difficile potergli dare delle vere colpe. Preciso in altre circostanze, ma era davvero un pomeriggio stregato.

Malcuit 5,5
Appoggia Callejon ma deve più che altro disinnescare Freuler: si propone con una continuità importante per un’ora, occupa il corridoio che Callejon gli apre in fase di impostazione e trova l’assist per il vantaggio azzurro mangiando metri in allungo. Poi è tra i primi a cedere, forse più rapidamente degli altri facendo venir meno la sua assistenza.

Chiriches sv
Nove minuti e va a terra dolorante e il suo fisico fragile come il vetro va ko. Stavolta per un colpo alla spalla. Il re della iella nera, con una botta Zapata pare rimettere a posto. Non è così: pochi secondi e chiede la sostituzione. Era alla terza gara da titolare in otto giorni: per il rumeno roba da guinnes dei primati visti i forfait per infortunio degli ultimi due anni.

Koulibaly 6
Cerca di stare ben accostato a Zapata per non fargli prendere velocità e il disegno gli salta solo una volta, al 69’ e Zapata gli fa gol. Fa reparto con Luperto e giocare chiudere a dovere nel primo tempo, quando a parte un po’ di cross non ci sono altri generi di insidie. Nella ripresa, chiude un buco dove si infila Ilicic, ma può poco sul gol di Pasalic.

Hysaj 5
Deve limitare  Papu Gomez quando si allarga e provare a rovesciare il fronte, cosa che fa di rado. Macchia un buon primo tempo con un cartellino giallo evitabile. Tiene bene la posizione e la linea quando Malcuit si alza e con un intervento di testa in era evita un po’ di problemi. Sfiora il gol nella ripresa dopo aver preso a spallate Castagne. L’allungo di Hateboer è micidiale in occasione del pari

Callejon 6
Diventa molto spesso interno di centrocampo in fase di possesso. E in questa posizione apre il campo per Malcuit nell’occasione del vantaggio azzurro. Poi anche lui è vittima della metamorfosi finale: un cedimento fisico totale, quasi un collasso. Un black out nella testa senza la capacità di reagire dopo il primo colpo preso da Zapata

Allan 6,5
De Roon e gli altri hanno evidenti difficoltà ad impostare e in questa terra di nessuna il brasiliano si esalta nelle chiusure: la testa sempre alta non perde palloni e ne smista. Poi il patatrac: l’argine centrale non regge, e lui fa fatica a tenere alto il ritmo sostenuto fino a quel momento. Però salva ancora in alcune chiusure.

Fabian 5,5
Torna centrale anche perché non c’è un Ramsey da fronteggiare: dallo spagnolo idee e variazioni di ritmo ed è senza dubbio una performance migliore rispetto allo scialbo rendimento delle ultime settimane. Va a vuoto in qualche circostanza nella ripresa, ma per il resto difficile che combini dei veri e propri pasticci.   

Zielinski 5
Si accentra come Callejon, cercando molto più l’imbucata. Gioca in maniera troppo didascalica. Divora il gol della sicurezza al termine di un fraseggio in verticale da applausi: deve imparare a vedere meglio la porta perché i suoi errori a due passi dalla porta in questa stagione non sono stati pochi. Si fa prendere dallo sconforto e crolla.

Milik 5
Compassato e poco energico, ha una buona occasione al 21′, perde un tempo di gioco e si fa ribattere. Poi, si vede poco mentre Djmisiti lo tampona e lui sbuffa, strepita e tenta di lottare. Si divora un gol in contropiede, per troppa sicurezza, con salvataggio di Masiello e pallone che non varca la linea per pochi millimetri. Errore decisivo

Mertens 6
Il migliore del Napoli nel primo tempo, non solo per il gol: movimento costante ad aggirare le marcature orobiche, è l’incubo di Mancini. Spreca un’occasione di platino all’11’ e poi con una carambola bislacca fortunosa (era ora!) sblocca il risultato. Finalmente torna a sascrificarsi anche tra le linee, ed è da incorniciare anche l’assist per Milik che spreca

Luperto 6
Fa tipo il pesce pilota vicino al grande squalo bianco: lo segue passo dopo passo, sapendo che sicuro ne caverà qualcosa di buono. E così prende e rilancia. anticipa e gioca di anticipo. Insomma, il sosia di Albiol è abile anche nelle situazioni di calcio piazzato ed è lui a prendersi in carico Ilicic quando fa il suo ingresso.

Younes sv
Entra per Mertens ma si piazza lì davanti senza capire bene se è carne o pesce. Tutto è saltato e il Napoli è sulle gambe. E non si capisce perché non abbia la forza di tentare una rimonta finale, visto che l’Atalanta non ha in ogni caso dimostrato di essere in chissà quali condizioni. Qualche scatto e poco altro. Invisibile.

Verdi sv
Non fa mai la cosa giusta. Ed è un peccato. Solo che è evidente che non è l’uomo che può decidere le partite nei finali. È stato provato e riprovato e non riesce mai a fare da rottura, o iniziare qualche ripartenza o alzare il ritmo del gioco offensivo. Si mette lì ed è in bali degli eventi. Dimostra nei fatti che le gerarchie di Ancelotti non sono sbagliate

Ancelotti 5.5
Fino al 69′, al gol di Zapata, dominio totale del Napoli con l’Atalanta annichilita dal ritmo e dalla corsa imposta dagli azzurri. Ma questa squadra disegnata da Ancelotti non è né micidiale né cattiva: ha le gambe di burro, non è cinica, spreca l’impossibile davanti alla porta dei bergamaschi e pian piano che si avvicina la fine si scioglie. Perché non c’è reazione dopo l’1-1? Perché quello sconforto? Un pomeriggio da piccola squadra: a divorarsi gol a grappoli e a vedere gli altri vincere. Le big dovrebbero fare esattamente il contrario: invece Gasperini fa sfogare gli azzurri e poi li punisce nel finale di partita.

Orsato 6.5
Quando vede che non c’è contatto tra Gollini e Mertens lanciato in porta, si capisce come abbia un occhio di falco: valuta alla perfezione la situazione, fecendo bene a non ammonire il belga che si rialza con le braccia alzate. E allora uno pensa: un occhio simile, come ha fatto a non giudicare da cartellino giallo quell’intervento di Pjanic su Rafinha giusto un anno fa? La tecnologia non lo fa sbagliare sul salvataggio di Masiello su Milik. Poi gestisce con personalità l’incontro. Perché lui di personalità ne ha. E tanta.

From: Il Mattino.

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