Kant disse una volta che il bello è ciò che oggettivamente piace senza concetto. Quando una cosa è bella, insomma, per Kant non è che si deve stare là a discutere. È bella e basta. Il problema è che il pensatore tedesco si è concentrato sul bello e niente ci ha detto su come ci dobbiamo comportare quando una cosa è brutta. Tipo la sconfitta di ieri con l’Inter. Dobbiamo dire che è brutta e basta o possiamo stare là a discuterne? No, perché dopo una sconfitta come quella maturata ieri a San Siro con l’Inter due sono le letture: 1) il Napoli ha giocato una gran partita ed è stato solo molto molto sfortunato; 2) il Napoli doveva vincerla a prescindere, monetizzando le tante occasioni da rete in modo da non risentire più di tanto di qualsivoglia controverso episodio arbitrale.
Ora, non è facile scegliere tra le due opzioni ed è per questo che Kant all’epoca poteva e doveva darci una mano. Non l’ha fatto, e in assenza di un suo suggerimento preciso potremmo dire che brutto è ciò che oggettivamente non può piacere. Tipo la scarsa precisione sotto porta di Zielinski. L’errore che per fortuna è stato mitigato dal fuorigioco di Lozano. I tiri fuori dallo specchio di Insigne. Si può invece discutere di fortuna e di sfortuna nel caso del tiro di Politano parato da Handanovic. O del palo preso da Petagna al 92′. Per non parlare dell’autoinfortunio di Mertens. Sull’espulsione di Insigne, invece, non è dato pronunciarsi: qualsiasi cosa abbia detto, il rigore c’era e buonanotte. Non è chiaro, dunque, come ci si deve porre nei confronti di questa sconfitta. Se essere felici per la buona prestazione o scontenti per il risultato. Nel dubbio, non è che la prossima volta si può mettere un pallone nel sette e levare da subito o fraceco a miez?