Andando oltre confine, il Napoli ha ritrovato d’un colpo tutto ciò che sembrava aver perso in campionato dando un calcio alla crisi. Purtroppo non la vittoria, perché è arrivata a sette la serie di partite senza successi. Gli azzurri sono andati vicini all’impresa a Liverpool e possono essere soddisfatti di quanto hanno – finalmente – mostrato. La personalità, anzitutto. Sono tornati i guerrieri azzurri che dopo le grigie prestazioni contro Genoa e Milan hanno tirato fuori il carattere – quello che deve avere una vera squadra – per spaventare sul loro campo i Reds e giocare per conquistare la qualificazione agli ottavi di Champions nel primo dei due match-ball a disposizione di Ancelotti. Ben messo in campo, con l’accorgimento di tre centrali in difesa e l’avanzamento di Di Lorenzo sulla mediana (escluso Callejon, inguardabile contro il Milan), preciso nei movimenti nei passaggi, così lucido in attacco da colpire alla prima occasione, grazie a Mertens, che dopo la doppietta a Salisburgo (e il sorpasso su Maradona nella classifica cannonieri), aveva vissuto una fase di appannamento. È stato furbo Dries a costruire l’azione e a finalizzarla, prima provocando lo sbilanciamento di Van Dijk nello stacco aereo a centrocampo e poi mirando il secondo palo di Alisson dopo l’assist di Di Lorenzo, che ha confermato la sua crescita giocando bene in una posizione sperimentata per la prima volta.
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Carlo Ancelotti l’ha impostata con l’intelligenza del grande allenatore, irrobustendo la difesa (Manolas straordinario nonostante la costola incrinata: finalmente ad altissimi livelli) e lanciando la coppia piccola Mertens-Lozano in contropiede, perché era degli spazi concessi da Lovren e Van Dijk che bisognava approfittare, oltre che del buco del Liverpool a centrocampo causato dall’infortunio di Fabinho. Muro difensivo e ripartenze, un pratico sistema di gioco spesso discusso in Italia ma sulla cui efficacia – quando vi sono trasferte impegnative come quella sul campo dei padroni d’Europa – non è possibile discutere perché bisognava tentare di portare a casa il risultato e, peraltro, il Napoli giocava anche contro il brutto clima che lo circonda da tre settimane. La mediana azzurra è stata trascinata da Allan, che è tornato sui suoi migliori livelli, inseguendo l’avversario e impostando la ripartenza, senza concedersi un solo attimo di respiro. Si racconta che la mattinata del brasiliano sia stata agitata a causa della consegna della raccomandata contenente la proposta di maxi-multa decisa dal club per l’ammutinamento del 5 novembre. Ha scaricato sul Liverpool tutta la sua rabbia, così come hanno fatto i compagni che avevano voglia di riprendere il cammino con Ancelotti, dopo aver ricordato a se stessi che il Liverpool lo avevano battuto a Napoli. Vi è stato quello sblocco mentale di cui l’allenatore sembrava certo perché doveva aver notato nello spogliatoio una crescita di fiducia.
I Reds hanno trovato nel primo tempo, dominato sul piano del possesso palla (70 contro 30 per cento), un solo varco nella granitica linea azzurra: perfetto Meret sul tiro di Milner. Nella ripresa, quando avrebbe dovuto cercare il secondo gol per concretizzare la doppia impresa della vittoria e della qualificazione anticipata, il Napoli non è riuscito a piazzare un altro colpo. Alisson non ha fatto un solo intervento, Mertens non ha avuto altri spunti felici, Lozano si è spento ed è stato sostituito da Llorente. Il Liverpool, dopo lo straordinario salvataggio di Koulibaly sulla linea (tiro di Firmino), ha trovato il gol del pareggio nel modo più comodo, sugli sviluppi di un calcio d’angolo finalizzato dal difensore centrale Lovren, uno dei più possenti. È come se avesse saltato da solo (peraltro spingendo un po’ Mertens) perché l’avversario più vicino era il belga, più piccolo di 19 centimetri, quindi non adatto a contrastarlo. Sull’1-1 il Liverpool non ha forzato (mai impegnato Meret) temendo la reazione del Napoli. Ancelotti ha provato a vincerla sostituendo giocatori affaticati – sono entrati Elmas e Younes dopo Llorente – perché Milik e Insigne sono rimasti a casa per problemi fisici. Assenza che ha fatto discutere quella del capitano (messaggio sui social al 90’ ieri sera per complimentarsi coi compagni), per cui potrebbe non essere scontato il rientro avendo l’allenatore deciso di continuare col 4-4-2, adattando gli uomini ma non cambiando modulo. In casa dei re d’Europa, imbattuti in Europa da oltre cinque anni (e l’ultimo punto lo aveva strappato nella scorsa stagione il Bayern Monaco), il Napoli ha ritrovato la fiducia in se stesso: è arrivato quel segnale atteso dai tifosi e da De Laurentiis, che si prepara ad incontrare gli azzurri in un vertice che potrebbe far chiarezza sulle posizioni di club e squadra ma non annullerà le multe. Adesso bisogna rilanciarsi in campionato e risalire la corrente perché 5 punti dal quarto posto sono tanti, aspettando il match col Genk del 10 dicembre al San Paolo in cui si deciderà l’accesso agli ottavi: basta un punto. Più dura per il Liverpool sul campo del Salisburgo: Klopp rischia l’eliminazione.