Il centrocampista macedone cerca il riscatto. In questi primi giorni di ritiro il nuovo allenaotre sembra soddisfatto
Luciano il motivatore: dopo aver consacrato Koulibaly e Demme, mercoledì è stata la volta di Elmas. Un patrimonio della società, un giocatore di 21 anni che in Macedonia defi niscono “diamante” ma che nell’ultima stagione è fi – nito per restare imbrigliato in una sorta di crisi di identità indotta. Ovvero: con Gattuso ha giocato da mediano, da mezzala, un po’ ovunque sulla trequarti e fi nanche da terzino sinistro. Nell’ultima notte di Europa League con il Granada: che confusione. «Riesce a stare bene in più ruoli, ma lo vedo bene da centrocampista. Sempre connesso alla palla: per fare una partita da campione servono novanta minuti vicino alla squadra e al pallone, e lui in questo è un campione». Niente male, come inizio.
E allora, il volto nuovo. O meglio: un giocatore da riscoprire dopo una stagione vissuta a vivacchiare, a galleggiare in un mare di consegne che in qualche modo devono averlo confuso e di certo innervosito. Inevitabilmente. Il simbolo? Il ritorno dei sedicesimi di Europa League con il Granada: Elmas che fa il terzino sinistro con Ghoulam e Mario Rui in panchina. Era il 25 febbraio, neanche troppo tempo fa se vogliamo, ma l’arrivo di Spalletti potrebbe favorire la svolta: un talento multiuso in cerca di un’identità definitiva. «Non è sempre un bene il saper far tutto – ha spiegato l’allenatore – ma in questo caso siamo davanti a un qualcosa di eccezionale. Forse si basa troppo sulla sua corsa e resistenza e così perde un po’ di vista qualità e passaggi importanti. Il suo ruolo preciso è il centrocampista».
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