Napoli, errori pesanti: un su dieci è un goal regalato dal Napoli.


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Dal retropassaggio sbagliato agli errori gratuiti. Sassuolo è solo l’ultimo errore fatale.

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La sfida con l’Inter viene con una classifica più severa rispetto ad una settimana fa. Il distacco dalla Roma aumentato a cinque giornate dalla fine. Anche al Mapei Stadium il Napoli ha regalato un goal agli avversari. Il primo è arrivato in una serata di festa, quando sul 4-0 contro il Benfica Jorginho mandò in porta Guedes con un retropassaggio avventato. Qualche settimana più tardi fu Koulibaly a mettere sui binari sbagliati lo scontro diretto con la Roma per non buttar via palla sul pressing di Salah. Contro il Besiktas, pochi giorni dopo, nuova esibizione di Jorginho nella specialità del “retropassaggio sbagliato” con Aboubakar messo a tu per tu con Reina.

La prima delle due sconfitte allo Juventus Stadium è nata da un rinvio svirgolato da Ghoulam e trasformato in gol da Bonucci. Ancora Jorginho, con la collaborazione di Albiol e Tonelli, ha propiziato i gol (innocui) incassati a Lisbona e contro il Milan a San Siro. L’ultimo cadeau, appunto, è storia di questi giorni, di Sassuolo-Napoli, e porta la firma di Hamsik.

Sette dei 55 gol subiti in questa stagione sono nati da errori gravi.

Errori dei giocatori del Napoli in fase di possesso, praticamente regalati. Sette su 55, ovvero il 12%: una percentuale non irrilevante. Senza considerare le svariate occasioni in cui le incertezze di Reina sono state pagate a caro prezzo.

Un limite che nasce dalla tendenza a cercare sempre il palleggio, di risolvere con il gioco ogni situazione – anche a costo di forzare la giocata – che in qualche modo riabilita la fase difensiva: per quanto migliorabile, non è mai stata punto debole del Napoli quanto lo sono stati i cali di concentrazione, le disattenzioni, gli errori gratuiti che hanno segnato l’intera annata.

La cattiva è che migliorare in quello che sta mancando. Il blackout di un secondo sui circa 5600 di una partita, è meno facile di quanto si possa pensare. Servirà lavorare sulla testa. E la testa, si sa, è dura.

Estratto: Goal
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