Operazione rilancio. Risalita ed emersione è quanto espressamente chiede il patron azzurro Lello Carlino. Troppe le amarezze ingurgitate nelle prime dieci giornate. E così il tentativo manifesto di dare una decisa sterzata. Il nuovo corso del Napoli femminile inizia con Alessandro Pistolesi, arrivato oggi all’ombra del Vesuvio, con il suo vice Giacomo Dani. Subito in campo alla SchianArena per dirigere il primo l’allenamento conoscitivo. «Proveremo a fare del nostro meglio, per onorare questi colori e rendere orgogliosi i tifosi che si stanno appassionando alle gesta di queste ragazze».
Strategia chiara quella formulata dalla rinnovata guida in panchina. «Ho visto che c’è qualità ma soprattutto c’è voglia di ribaltare la situazione attuale. La fiamma è accesa e adesso tocca a noi alimentarla anche attraverso il sorriso che non bisogna mai perdere». Dunque pigiare sul tasto dell’entusiasmo e premere sull’acceleratore del riscatto.
A capitan Paola Di Marino e compagne Pistolesi trasfonderà il suo sapere calcistico maturato ad Empoli. «Quella in Toscana è stata una lunghissima e bellissima avventura, iniziata addirittura nel lontano 1984. Sono e resto un romantico del calcio, ragion per cui penso che ci sia un filo sottile ad unire il mio recente passato a questa nuova esperienza».
Salto nel tempo e balzo all’indietro. Più che anno Domini, sarebbe il caso ricordare il 1984 come il punto di inizio della nuova era a Fuorigrotta. Sbarca a Napoli Diego Armando Maradona (5 luglio in quello che fu il San Paolo), quando Pistolesi siede per la prima volta in panchina. «Allenare in questa città rappresenta una forte emozione, ancor di più in un momento del genere».
E da Empoli arrivò nel 2015 un suo collega. «Un amico mi ha detto che Maurizio Sarri vinse la panchina d’argento prima di approdare a Napoli, lo stesso riconoscimento l’ho avuto io pochi mesi fa. Speriamo sia di buon auspicio…». Il campo sarà inevitabilmente la bocca della verità.