Lo stop di suola con il pallone incollato al destro e il sinistro sotto la traversa: l’uno-due alla velocità della luce. Un colpo da campione quello di Mertens che riporta alle prodezze balistiche di un campione senza tempo, Sandro Mazzola. «Sensibilità di piede e grande tecnica: solo se hai queste due qualità innate puoi segnare un gol a quella velocità come ha fatto Mertens».
Cosa scatta nella testa per provare una giocata del genere?
«Tutto avviene in una frazione di secondo mentre stai per ricevere la palla. Scorre tutto rapidamente nella tua mente: la tua posizione, quella del difensore e del portiere, la giocata da fare in automatico».
Semplice a parole ma a riuscirci sono in pochi: non trova?
«Ci riescono solo i fuoriclasse, altrimenti la palla ti scivola via e non hai neanche il tempo di calciare. E Mertens lo è».
Un gol alla Maradona?
«Lasciamo stare Maradona: lui e Pelè sono fuori concorso».
Un gol alla Mazzola, questo possiamo dirlo: ci racconta la sua rete più bella?
«Quella dei sei palleggi contro la Svizzera, in un’amichevole del 1970. Perdevamo 1-0, si giocava a Berna e c’erano tantissimi italiani che lavorano lì ed erano venuti allo stadio per sostenerci: arrivò un passaggio al limite dell’area e in quel momento invece di tirare subito feci passare la palla sulla testa di un difensore, poi su un altro e un altro ancora: poi tirai nell’angolo e segnai un gol bellissimo».
Facciamo un salto in avanti di 47 anni e torniamo al gol di Mertens: la difficoltà sta soprattutto nello stop di destro e nel tiro con l’altro piede, il sinistro?
«Ma è proprio questo che inganna l’avversario che si aspetta stop e tiro con lo stesso piede: invece Mertens cambiando piede ha rubato il tempo agli avversari e si è inventato il colpo sotto la traversa».
A quale campione del passato o del presente accosterebbe Mertens?
«A nessuno, perché calciatori come Mertens non sono paragonabili ad altri. Per questo stiamo parlando di un campione perché le sue caratteristiche sono uniche».
Un esterno diventato centravanti: se l’aspettava questa esplosione?
«Le sue caratteristiche portavano a pensare che potesse giocare in mezzo: è stato bravo l’allenatore a convincerlo e altrettanto lui a trasformarsi cambiando posizione».
Anche lei cambiò ruolo: come andò?
«Nelle giovanili dell’Inter ero mezzala, poi in prima squadra Helenio Herrera notò in me delle altre qualità e insistette a farmi giocare davanti. All’inizio non me la sentivo, lui continuò a martellarmi e mi trasformò in seconda punta: Milani era il centravanti e io gli giravo intorno e dovevo infilarmi negli spazi ala sua destra e alla sua sinistra. Verso fine carriera tornai a fare la mezzala e giocai in quel ruolo con l’Italia nei Mondiali 1970».
Il sistema di gioco di Sarri esalta le caratteristiche di Mertens?
«L’allenatore bravo è quello che mette i suoi calciatori nei posti dove possono esprimersi al meglio: Sarri ha avuto una grande intuizione a farlo giocare centravanti. Il Napoli ha un gioco spettacolare, entusiasmante».
Faccia la classifica dei migliori attaccanti al mondo: Mertens dove lo posiziona?
«Sul podio, dietro a Ronaldo e Messi che sono di un altro pianeta. In questo momento Mertens lo vedo terzo e davanti a altri grandi centravanti come Suarez, Benzema, Lewandowski, Aguero».
È rimasto stregato dalla velocità e dalla tecnica di Mertens: e poi?
«Dal fatto che gioca a testa alta, non guarda la palla perché mentre corre già sente dove sta e così può colpire a grande velocità».
Le piace la coppia Mertens-Insigne?
«Direi che non è niente male. S’intendono alla perfezione, si trovano ad occhi chiusi, uno sa già quello che fa l’altro e viceversa».
Lei con chi si trovava ad occhi chiusi?
«Con Mario Corso, lui andava a sinistra e io mi mettevo a destra o facevamo il contrario: ci trovavamo sempre in campo con naturalezza».
Mertens può spostare gli equilibri scudetto?
«Giocatori come lui possono sempre spostare gli equilibri quando sono in condizione. Come Icardi nell’Inter, una belva che sembra restare fuori dalla partita per un quarto d’ora e poi ti azzanna. E nella Juve dico Dybala».
E la lotta scudetto?
«Mi piacerebbe dire che sarà un duello esclusivo tra Napoli e Inter. Ma ovviamente la Juve c’è sempre nella lotta al titolo e sarà così anche quest’anno».
From: Il Mattino.