Inviato a Castel Volturno
La notte si avvicina. Dentro o fuori, in tutti i sensi. Che
tremore, e che emozioni. «Ci vogliono cuore caldo e testa
fredda» ripete Carletto Ancelotti nella rifinitura della
domenica mattina, il giorno dopo la gara con il Frosinone. Il sogno
è quello di una Brexit modello Champions, ovvero far fuori
il Liverpool dall’Europa anche senza il loro consenso. È
una classifica, quella del girone Champions, invitante e beffarda,
è un destino difficile e insidioso, è una partita
paludosa e felice: il tecnico azzurro ne ha vissute tante di queste
vigilie, sa cosa si pensa, sa cosa si prova. Gioca con le parole,
come sa fare lui, con la squadra e lascia a Davide, il figlio, il
compito di dare le prima indicazioni di natura tattica sulla sfida
di domani.
Era il girone della morte e De Laurentiis aveva capito per primo
che sarebbe stata decisiva: «Ma il Liverpool, finalista di
Champions, in terza fascia che ci fa?». Ancelotti ha un
assetto di cui si fida più di tutti gli altri: è il
4-4-2 con Hamsik e Allan centrali e Callejon e Fabian esterni e con
la difesa a 4 (o a tre e mezzo) con Maksimovic, Albiol e Koulibaly
schierati assieme. L’evento ha rassodato i muscoli del centrale
spagnolo, tenuto a riposo in maniera assai prudente con il
Frosinone dopo aver stretto i denti con l’Atalanta. La
condizione atletica di Maksimovic, fermatosi per un affaticamento
muscolare, in questa vigilia da batticuore: alla fine
stringerà i denti, perché chi va a Liverpool non ci
va da turista. Ci sono anche Meret e Ghoulam con entrambi che
potrebbero andare in panchina. Sarebbe la prima volta in questa
stagione.
From: Il Mattino.