Quelli che tirano fuori il meglio dal peggio, loro sono i
più bravi. Quelli che vincono dopo essersi persi, loro sono
quelli che si godono di più certi momenti. Un finale di anno
straordinario, per Marek Hamsik, che a Crotone ha segnato il terzo
gol di fila in campionato ed è ora a quota 117 reti nella
storia del Napoli. Ma quello che colpisce è la
rotondità della sua classe e della sua ferocia.
È la superiorità mostrata in queste ultime settimane
dalla slovacco: tecnica, tattica, agonistica, psicologica. È
rinato, il campione. C’è chi stava iniziando a trattarlo
come un vecchio disco dei Duran Duran, come un polveroso
mangiadischi. Insomma, come un qualcosa da accudire: forte,
vintage, quanti ricordi però… Marekiaro, a 30 anni, non ha
mai pensato di dover essere coniugato al passato: lui era, lui
è stato e via così come se fosse verso il rettilineo
del tramonto. Era solo un momento no, un calo fisico soprattutto. E
doveva arrivare il momento in cui doveva rialzare la testa: un gol
al Torino, un altro alla Sampdoria e infine ecco la stoccata al
Crotone.
Sono i giorni della rivincita. E vuole goderseli fino in fondo,
assieme a quelli che non lo hanno mai mollato neppure per un
secondo: «Sono molto orgoglioso di questo momento e del fatto
che il Napoli abbia celebrato il mio record con una maglia
speciale», dice sul suo blog Hamsik. «La vittoria di
Crotone – scrive ancora Marek – è una doppia gioia per me
perchè ho fatto gol e poi perchè abbiamo vinto. Siamo
molto contenti di aver finito il girone d’andata in testa alla
classifica, significa che siamo sulla strada giusta. Essere
campioni d’inverno, però, non significa nulla, conta
solo lo scudetto a fine stagione. Due anni fa gare come quella di
venerdì non l’avremmo vinta. Non abbiamo giocato al
meglio, ma abbiamo portato a casa i tre punti. Anche questo
conferma la forza, la maturità e l’esperienza della
nostra squadra».
From: Il Mattino.