Proprio a Udine tre anni fa si tir fuori da un momento difficile, segn i suoi primi gol in quel campionato, il 19 novembre del 2016, alla tredicesima giornata. Insigne con una doppietta all’Udinese mise fine al lungo digiuno e alle tante critiche nei suoi confronti: da quella partita cominciò per lui una nuova stagione. E anche questa partita è un bivio per lui, per il Napoli, per il tecnico Ancelotti.
Adesso Lorenzo vive un periodo ancora più complicato, è finito nel mirino dei tifosi, più di ogni altro, per la decisione presa dagli azzurri nel post partita al San Paolo contro il Salisburgo di non rientrare in ritiro a Castel Volturno, ed è stato fischiatissimo alla fine delle ultime due partite a Fuorigrotta contro Genoa e Bologna. Una stagione tormentatissima per il capitano del Napoli e finora poco esaltante anche sotto il profilo del rendimento: Lorenzo le cose migliori in questi primi tre mesi e mezzo le ha fatte vedere con l’Italia di Mancini.
Con la maglia azzurra del Napoli invece si è ingrigito, anche se domenica scorsa contro il Bologna ha dato i segnali di una buona reazione salvandosi come prestazione personale dal disastro generale: ancora una volta, però, ha dovuto rimandare l’appuntamento con il primo gol al San Paolo. Il suo stadio, quello dove ha firmato tante magie, in questa stagione è diventato incredibilmente tabù. Un po’ meglio fuori casa ma non più di tanto, tre le reti messe a segno in campionato, l’ultima il 22 settembre a Lecce, due mesi e mezzo fa: il rigore che trasformò al secondo tentativo dopo la parata di Gabriel sul suo primo tiro. Un digiuno in serie A lungo due mesi e mezzo (prima del gol al Lecce aveva firmato una doppietta nella prima partita del campionato contro la Fiorentina) e prestazioni alterne: la mancanza di continuità ha caratterizzato finora la sua stagione.
Un’annata cominciata a Dimaro con la prima frecciata in conferenza stampa di Ancelotti («Mi aspetto da Lorenzo atteggiamenti e comportamenti da capitano») e poi quella di De Laurentiis: («Non può più comportarsi in modo infantile»). Le prime prestazioni positive in precampionato, soprattutto quella nell’amichevole contro il Liverpool di fine luglio a Dublino contribuirono a fargli ritrovare il sorriso. Buona anche la partenza in campionato con le due reti alla Fiorentina e in Champions con la partita di grande sacrificio nella notte trionfale contro il Liverpool al San Paolo da esterno sinistro di centrocampo nel 4-4-2 di Ancelotti, ruolo dove fa fatica ad esprimere le sue qualità tecniche. Ma il momento positivo non è durato a lungo, il suo livello è calato e a Genk fu spedito in tribuna da Ancelotti: un momento di tensione con il tecnico e poi il chiarimento a Castel Volturno alla presenza del suo agente Raiola. Pace sancita poi pubblicamente dopo il gol a Salisburgo in Champions il 23 ottobre (l’ultima sua rete in maglia azzurra) con la corsa verso la panchina e l’abbraccio al tecnico.
La posizione dove si esprime meglio è quella di esterno sinistro nel 4-3-3, come ha confermato domenica scorsa contro il Bologna. Ma segnali positivi li ha dati anche da seconda punta nel 4-4-2 di Ancelotti (entrò è segnò il gol decisivo a Salisburgo). A Udine ci sarà, quindi, dal primo minuto, in una partita delicatissima e proverà a dare una carica positiva: a Liverpool nel match di Champions contro i reds fu assente per la botta al gomito presa al Meazza contro il Milan. Con il Bologna è rientrato fornendo una buona prestazione (è stato decisivo sul primo gol di Llorente e ha sfiorato la rete personale al termine di una discesa irresistibile palla al piede) ma non è bastato per il rilancio del Napoli, sconfitto in rimonta. A Udine adesso è in tutti i sensi una partita da ultima spiaggia, un esame decisivo anche per Ancelotti, una prestazione dove gli azzurri dovranno tirare fuori il carattere di Anfield contro il Liverpool. Un’altra settimana delicatissima dopo il ko contro i rossoblù, il ritiro deciso da Ancelotti e cominciato mercoledì. Ieri la doppia seduta e oggi, dopo la rifinitura, la partenza per Udine. Per Insigne un altro momento chiave in maglia azzurra, una partita per tirarsi fuori insieme al Napoli dalla bufera e ritrovare un successo in campionato che manca da ben otto partite (ultimo successo con il Verona). Un’eternità.