Napoli, il coraggio di sfidare la fatica: perché lo scudetto è possibile


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Il Napoli sbatte sul muro dell’Inter, si ferma dopo tredici vittorie conquistate tra la fine dello scorso campionato e l’inizio di questo. Il super attacco non ha colpito stavolta anche perché dall’altra parte c’erano uno dei migliori portieri al mondo e una difesa solidissima, elegantemente catenacciara. Mertens ha confermato il suo momento di grigiore (ma non allarmante), mentre Insigne, recuperato in extremis, ha tentato fino a dieci minuti dalla fine, quando Sarri lo ha richiamato in panchina, di demolire il bunker e di regalare felicità al popolo azzurro. Che non deve preoccuparsi per questo pareggio che arriva dopo una lunga e meritata serie di vittorie. Non è facile battersi contro un avversario così forte fisicamente e tecnicamente. Il distacco del Napoli (non pareggiava al San Paolo dal 2 aprile, 1-1 con la Juve) sull’Inter non cambia e sale per ora a sei punti il vantaggio sui campioni d’Italia e sulla Lazio.

Recuperato Insigne, il Napoli ha aggredito l’Inter. E proprio dal lato di Lorenzo sono partiti gli spunti più interessanti, proprio lui ha creato una palla gol – colpo di testa su assist di Hamsik – respinta da Handanovic, che precedentemente si era prodotto in un doppio intervento (la reattività è uno dei suoi punti di forza) su Callejon e Mertens. Gli uomini di Spalletti avevano difficoltà a riavviare l’azione e a ribaltare il fronte perché i centrocampisti azzurri pressavano sul portatore di palla. Ma pure vi erano brividi per la difesa, che all’inizio della ripresa viveva un momento di panico quando Vecino attaccava tra linee troppo larghe e con un tiro dal lato destro obbligava Albiol a salvare sulla linea.
 

From: Il Mattino.

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