Arriva in reparto, al Primo Policlinico, dopo l’allenamento, e
viene accolto da cori da stadio. «Koulibaly, facci sognare:
distruggili domenica», gli urlano. E Kalidou promette
battaglia contro la Juve, mentre cerca la stanza dove è
ricoverato Ceikh Ndiaye, il bimbo di tredici anni sfigurato dalle
ustioni trasferito da Dakar per un doppio intervento chirurgico,
per ricostruire il viso e rimettere a posto le mani. Esaudito il
desiderio di incontro espresso sul Mattino, il 26 febbraio. Anzi,
di più. Alla mamma del piccolo paziente, già in
lacrime per l’emozione, il calciatore consegna diecimila
euro.
Il difensore porta in dono una sua maglietta del Napoli,
un’altra del Senegal, una terza con il cognome del bambino, e
le scarpette, una tuta e tutto l’occorrente per entrare in
partita. Chiede, poi, di restare da solo con il tredicenne e i suoi
familiari, cui si aggiunge un allenatore (della loro stessa
nazionalità) di una squadra femminile di calcio.
From: Il Mattino.