Napoli, il mercato è un flop senza il rinforzo per lo scudetto


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Un solo acquisto, il giovane esterno francese Machach, messo ai margini dal Tolosa nello scorso settembre perché accusato di aver fatto a pugni con un allenatore. Tutto qui il mercato invernale del Napoli, che non è riuscito a completare la rosa a disposizione di Sarri, sicuramente fortissima ma con una lacuna che doveva essere colmata e invece tale è rimasta. Non si possono considerare acquisti gli imminenti rientri di Ghoulam e Milik, peraltro reduci da delicati interventi: avranno bisogno di tempo per ritrovare la migliore condizione. 

Fuori discussione l’impegno nelle trattative, però la campagna di gennaio è stata un flop, a dispetto delle ingenti cifre che sarebbero state messe da De Laurentiis sui tavoli di Bologna e Sassuolo per avere Verdi (inutilmente inseguito per un mese) o Politano. Se il club che è primo in serie A e ha un’ampia disponibilità economica – per un attaccante di riserva sarebbero stati proposti fino a 28 milioni – non riesce a portare a casa un giocatore di due formazioni di medio-bassa classifica, il presidente deve porsi qualche domanda sul modus operandi. Se gli obiettivi sono stati falliti, significa che le strategie non hanno funzionato o che c’è stato chi non ha saputo portarle avanti. 
Non è la prima volta che naufragano trattative con calciatori che sembravano a un passo dal Napoli. Tra le ultime, si ricorda quella con il centrocampista della Samp, Soriano, saltata nell’estate 2015 perché i documenti furono presentati fuori tempo massimo, alle ore 23.04. Senza parlare di quelle che si sono aperte e chiuse perché i diritti di immagine – De Laurentiis ne esige il totale controllo – erano diventati un ostacolo invalicabile.

Un altro esterno, dopo l’impalpabile Machach, era pure arrivato: Younes. Ma il tedesco di origini libanesi ha fatto improvvisamente ritorno a casa, all’Ajax, assicurando che si farà rivedere da queste parti in estate, quando sarà terminato il contratto con i Lancieri e il cartellino costerà zero euro, non 4 milioni. Peraltro, questo ragazzo sarebbe stato messo da Sarri dietro a un banco a seguire le sue lezioni e magari mai utilizzato, come è accaduto a un altro talentino preso in estate, il francese Ounas, bocciato dopo due apparizioni in Coppa Italia.

Tutto questo che senso ha?

L’appannamento di Callejon e Mertens nelle ultime partite del 2017 avrebbe dovuto spingere a trovare un esterno ancor prima dell’inizio ufficiale delle trattative. L’alternativa Milik in attacco? Ma in quali condizioni fisiche e psicologiche tornerà dopo aver subito due delicati interventi ai legamenti crociati in pochi mesi? E poi, all’inizio di questa stagione, si era avuta la sensazione che il polacco fosse uscito dagli schemi del Napoli perché i compagni sono ormai abituati a Mertens, cioè a giocare palla a terra e a non cercare il cross per la torre.

È stato un mercato negativo per il Napoli. Quando aveva l’accordo con il Bologna, non c’era quello con Verdi; quando c’era l’intesa con Politano, incolmabile la distanza con il Sassuolo. Nelle ultime ore è stata tentata l’operazione Farias, attaccante del Cagliari ex Nocerina. Niente anche su questo fronte. Due anni fa, dopo aver conquistato il primo effimero titolo d’inverno, Sarri si ritrovò con due rinforzi: Grassi e Regini, mai utilizzati. Stavolta neanche uno, deve andare avanti con gli uomini che gli hanno consentito di volare in campionato, peraltro con il fiato sul collo della Juve, la squadra che ha la rosa più forte e assortita in virtù della maggiore forza economica e anche della capacità del suo management di creare relazioni e di definire operazioni senza tempi lunghi.

Perché il Napoli fa tanta fatica per (non) chiudere un’operazione di mercato? Se lo chiedono i tifosi, chissà se questa domanda se la pone anche Sarri, che domenica scorsa, a proposito degli obiettivi, ha sottolineato: «La società punta al posto in Champions League». Come nelle precedenti stagioni. Ma, attenzione, questa è diversa. È la stagione in cui il Napoli può cancellare un vuoto di 28 anni e vincere lo scudetto e lo sforzo del team di Sarri avrebbe dovuto essere supportato in modo differente. La Roma può (deve) fare cessioni per ragioni di bilancio ma anche perché il suo obiettivo è uno dei quattro posti Champions. Il Napoli no, il Napoli deve mirare più in alto perché è più in alto: non può accontentarsi di un piazzamento dal secondo al quarto. Detto dell’esterno non preso, sarebbe servito un altro difensore centrale dopo la cessione di Maksimovic (giusto cederlo in prestito perché Sarri non lo vede): Albiol e Koulibaly sono due colossi, ma Chiriches e Tonelli non danno grandi garanzie, anzitutto sotto l’aspetto fisico.

Ci si augura che questo flop sul mercato non condizioni la stagione del Napoli. Ora massimo supporto alla squadra che fa divertire perché gioca bene e vince, due elementi che Sarri è riuscito a far coniugare. Il circo a cui ironicamente alludeva Allegri ha chiuso i battenti, qui c’è una squadra solida che non si guarda più allo specchio e sa soffrire, come dimostrano le sei rimonte in campionato. Forza ragazzi, fino al 20 maggio tocca soltanto a voi.

From: Il Mattino.

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