Napoli, il miraggio di Mertens in un anno da fenomeno del gol


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Il 26 ottobre del 2016 – Napoli-Empoli – rappresenta per i
napoletani quello che è stato il 20 luglio del 1969 per
un’intera generazione. In quella data il primo uomo metteva
piede sulla Luna, mentre in occasione di quella gara del San Paolo,
per la prima volta Dries Mertens partiva da titolare al centro del
tridente azzurro. Così ha voluto Maurizio Sarri e la
rivoluzione culturale si è compiuta. Da quel giorno il
Napoli ha trovato una nuova identità e soprattutto Dries
Mertens ha trovato la sua nuova dimensione. Un ruolo nuovo di zecca
che lo ha consegnato di diritto alla storia del club azzurro e non
solo. Da quel giorno ha iniziato a segnare come mai avrebbe potuto
immaginare e gli si sono aperte porte che neanche il più
ottimista degli esperti di calcio avrebbe potuto anche solo
lontanamente immaginare.

Di sicuro non se lo immaginava Mertens che ha potuto in questo modo
entrare nel 2017 con il piglio del fuoriclasse. Inutile girarci
attorno: quello che si sta per chiudere è stato il suo anno.
L’anno della consacrazione, quello che lo ha reso un campione
di fama internazionale. Un bomber di fatto e non solo il
dribblomane di fascia che avrebbe dovuto contendersi un posto da
titolare con Lorenzo Insigne per il ruolo di esterno a sinistra del
tridente. Insomma, da comprimario a protagonista. Insostituibile,
anche dopo che Arek Milik è tornato dall’infortunio che
lo aveva messo ko per la prima volta un anno fa. E i frutti li ha
raccolti tutti. Basta guardare un po’ di numeri. 32 sono i gol
totali realizzati dal belga nell’anno solare 2017: 27 in
campionato, 1 in coppa Italia e 4 in Champions Leauge (di cui uno
addirittura contro il Real Madrid nella gara di ritorno degli
ottavi di finale al San Paolo). Insomma, dati che non lasciano
spazio a troppi giri di parole. Un vero e proprio cannibale da area
di rigore, capace di contendersi il titolo di capocannoniere fino
all’ultimo gol con Dzeko e Belotti, due che prime punte ci sono
nati. E che gol. Sì, perché quando al posto dei piedi
hai due bacchette magiche, certe giocate sono sempre nel tuo
repertorio. Senza dover andare troppo indietro nel tempo, infatti,
resteranno indimenticabili le reti di questa stagione contro la
Lazio a Roma e contro il Genoa. Il primo è stata magia allo
stato purissimo: un arcobaleno partito dal limite dell’area e
terminato alle spalle dell’impotente portiere della Lazio,
mentre il secondo è stato un mix di classe (lo stop in
corsa) e potenza (tiro al fulmicotone che si stampa sotto
l’incrocio). Impossibile prescindere da lui e da giocate come
queste.

From: Il Mattino.

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