Napoli, il primo esame a Verona: Spalletti col 4-3-3 per ricominciare


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Inviato a Castel Volturno

Si fa sul serio. È Ferragosto ma al Bentegodi ci sono tre punti in palio. Basta amichevoli tra le montagne, è già tempo delle prime verità. Verona ha sempre inferto un bel po’ di dolori al Napoli e Spalletti lo ha ricordato anche l’altro pomeriggio. È un Napoli senza Fabian perché non tutti sono come Ulisse e le sirene del mercato non lasciano indifferenti. E non c’è neppure Simeone anche perché non avrebbe avuto senso portare uno che non si è mai allenato con i compagni. È un Napoli che magari potrà avere nei prossimi giorni due ma anche tre innesti ma intanto stasera deve iniziare con il piede giusto e andare alla ricerca anche di risposte importanti per il futuro. Senza alibi. E si affida al simbolo del precariato, ovvero Meret. Non si sa dove sarà tra 15 giorni, ma si sa dove sarà alle 18,30: tra i pali a difendere la porta degli azzurri. È un nuovo inizio, o anno zero. D’altronde, tra campo e panchina, vengono a mancare campioni che tutti assieme hanno collezionato ben 1.463 partite con la maglia del Napoli tra serie A ed Europa (dalle 434 di Insigne alle 396 di Mertens, oltre la dote immensa di gol). Pezzi di storia. Non sono briciole, sia chiaro. La pressione alta può giocare brutti scherzi. Spalletti lo sa e la navigazione quest’anno sarà più dura e piena di insidie. Del resto le incognite corrispondono esattamente alle novità e alla tante partenze di peso.

Due dei nuovi acquisti sono subito titolari (Sirigu e Olivera vanno in panchina): rispetto alle tradizionali big, vanno cercati dei nuovi leader dalla personalità trascinante, preziosi nei momenti di bufera o esagerata euforia. Cosa, che a dire il vero, il Napoli ha sempre faticato a trovare (vedi le frenate con il Verona a maggio 2021 e il ko di Empoli ad aprile).

Nelle intenzioni, Lucianone anche a Verona, cercherà di imporre la qualità del suo tridente, con Lobotka regista centrale con Zielinski e Anguissa (nell’intervista al Mattino ha confessato di essere pronto al ruolo di leader) a fare da moschettieri ai due lati. Una mediana affidabile nelle geometrie. Il georgiano Kvara affronta la prima difesa italiana a cinque della sua storia e si ritroverà a fronteggiare Faraoni, Dawidowicz e Gunter: nelle amichevoli estive (dove il Napoli è rimasto imbattuto) Kvara ha mostrato di saper ricevere palla anche davanti a difese del genere, spostarla in un fazzoletto e tuonare in un amen. La serie A è ben altra cosa. Stasera è una verifica importante. Così come lo è per Kim Min-jae, un’altra incredibile scommessa di De Laurentiis: il coreano viene dal Fenerbahce e farà coppia con Rrahmani e affronterà il nuovo duo d’attacco del Verona, Lasagna-Henry. Al Bentegodi ci saranno circa mille tifosi napoletani che preferiscono la trasferta azzurra ai falò ferragostiani sulle spiagge.

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Dal 17 agosto Lucianone si confesserà a «Linea Diletta», il programma di Dazn Heroes condotto da Dilette Leotta. Spalanca le porte del’agriturismo di famiglia nel cuore della Toscana. «Io studio tanto e propongo soluzioni ai ragazzi. Li ascolto tanto, però poi ci vuole quella fantasia, quella creatività che solo un ambiente tranquillo ti permette di avere». Racconta del gruppo WhatsApp che si chiama «Sarò con te»: «Ovviamente quando si mette mano ad una squadra in maniera così drastica ci vuole tempo, tempo per far crescere i nuovi leader di questo Napoli. Abbiamo già Di Lorenzo, Anguissa, Rrahmani, Osimhen stesso deve diventare un punto di riferimento. Il gruppo WhatsApp l’ho usato specialmente quando ho avuto il Covid». Sui nuovi arrivi: «Kvara è andato a sostituire un campione quindi ci aspettiamo tanto da lui.

Quando Insigne mi ha chiesto di andare via quest’anno, ovviamente gliel’ho concesso; anche io quando sono andato in Russia nel 2009 avevo la sua stessa curiosità di incontrare contesti nuovi, nuove culture, nuove esperienze». Sulla tattica di questa stagione: «Si ripartirà dal 4-3-3 che abbiamo usato spessissimo l’anno scorso, sperando che ci dia la possibilità di fare un gioco che sia apprezzato dal pubblico del Napoli, perché i tifosi del Napoli sono esperti di calcio, hanno visto giocare il migliore di tutti, Maradona, non puoi nascondergli nulla: ti sgamano subito». Poi su De Laurentiis: «Scommettevano che sarebbe stata dura arrivare fino alla fine della stagione invece abbiamo trovato un equilibrio: spesso ci incontriamo e c’è un buon dialogo. Siamo di quelli a cui piace dirsi le cose in faccia. Lui forse più di me, perché è un presidente tosto».

From: https://www.ilmattino.it/sport/sscnapoli/verona_napoli_spalletti_modulo-6872278.html

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