Napoli, il rito della squadra unita: ogni mese una cena insieme


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Il vantaggio di giocare in una città come Napoli è
quello di poterla vivere per davvero. Da un capo all’altro.
Senza il rischio di annoiarsi mai. Luoghi comuni a parte, non si
vive di solo mare. E i calciatori lo hanno capito benissimo. Ogni
giorno se ne inventano una per pubblicizzare una città che
poco alla volta li ha prima rapiti e poi adottati.
Hanno saputo immedesimarsi al punto tale da rendere propri anche
gli usi e i costumi di Napoli. A partire dal dialetto, quello che
usano spesso e volentieri nei propri post sui canali social.
Inutile parlare dell’attaccamento alla serie tv Gomorra,
diventato vero e proprio must all’interno dello
spogliatoio.

Insigne è chiaramente il portabandiera della
napoletanità, perché le sue origini e la sua vita
sono profondamente radicate in città. Ha scelto di indossare
la maglia azzurra e di portare alto l’onore della squadra per
la quale ha sempre fatto il tifo. Lui, come tutta la sua famiglia.
Eppure è uno di quelli che più raramente si fa vedere
in giro. Al suo posto, però, si fa vedere sua moglie Genny
che recentemente ha anche posato per il magazine ed i cartelloni
pubblicitari di Villa Diamante, una delle location preferite degli
azzurri quando si tratta di fare festa. È infatti sulle
terrazze di questa splendida villa di Posillipo che si tengono gran
parte delle serate di relax dei giocatori non appena hanno la
possibilità di evadere dagli allenamenti di Castel
Volturno.

Ma non è solo all’interno di location super esclusive
e blindate che sono soliti ritrovarsi gli azzurri. Hanno preso
l’abitudine di cenare insieme almeno una volta al mese nei
ristoranti del centro. Lo hanno fatto una volta da
“Concettina ai tre santi” nel rione Sanità e da
“12 Morsi” a Chiaia. A proposito dei quartieri storici
di Napoli, Pepe Reina e Dries Mertens sono diventate vere e proprie
guide turistiche.

Basta fare un giro sui canali social dei due calciatori per trovare
tante foto dei luoghi cult. Ma non solo. Per i giocatori San
Gregorio Armeno è un po’ una seconda casa,
perché da una parte sono spesso raffigurati nelle statuette
dei maestri pastorai, e perché dall’altra non perdono
mai l’occasione per una puntata di shopping nei negozi tipici
del centro storico.

Tra i luoghi cari ai calciatori del Napoli, poi, non può
certo marcare il Lungomare. È lì che spesso scelgono
di passare le belle giornate sole per un pranzo al sole tra una
pizza e quella brezza marina che mitiga il clima. Senza dimenticare
le gite fuori porta che si concedono nei giorni di relax. Capri
resta una delle mete più gettonate, ma anche la penisola
sorrentina e la costiera amalfitana rappresentano un punto di
riferimento. Per restare in città, ma senza allontanarsi dal
mare, basta fare un salto a Marechiaro dove è facile
imbattersi in qualche azzurro comodamente seduto ai tavoli di
“Cicciotto”. Anche Sarri, che pure non è un
grosso frequentatore della città di Napoli, perché
preferisce vivere a due passi dal campo di allenamento, ha legato
molto con il fratello di Pino Daniele (Nello) perché
affascinato dal racconto del personaggio e delle tradizioni
napoletane.

Ma a rafforzare il legame tra i giocatori e la città non ci
sono solo i momenti ludici. Perché i calciatori azzurri
hanno dimostrato il loro attaccamento a Napoli con dei bellissimi
gesti umanitari. Albiol e Mertens, ad esempio, sono ospiti
più o meno fissi dell’ospedale pediatrico Pausilipon
dove sovente si recano per regalare un po’ di serenità
ai bambini che lottano ogni giorno con le loro malattie. E non
solo. Koulibaly è solito regalare le sue maglie ai vicini di
casa e agli amici del quartiere, mentre Mertens si è reso
protagonista di una bellissima iniziativa per portare le pizze ai
clochard della stazione di Piazza Garibaldi. 

From: Il Mattino.

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