Napoli, è il secondo stop di fila: è più dura ma non è ancora finita


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Stavolta il sorpasso non è durato lo spazio di poche ore. La
Juve è prima, il Napoli ha perso il comando della classifica
perché è stato bloccato dall’Inter al Meazza. E
il distacco di una lunghezza rischia di lievitare mercoledì
in caso di sconfitta dell’Atalanta nel recupero a Torino. In
una partita complicata, contro i nerazzurri che hanno riproposto il
catenaccio della partita al San Paolo chiudendo tutti gli spazi o
quasi, il Napoli non ha trovato l’ispirazione e il gol. Ha
attaccato ma non ha punto il magico tridente: velleitarie le
conclusioni di Insigne (incomprensibile quel cucchiaio a
metà ripresa) e di Mertens; inefficace Callejon nell’uno
contro uno.

Nel primo tempo gli uomini di Sarri hanno prodotto un solo tiro in
porta, sono cresciuti nella ripresa quando l’Inter è
calata fisicamente e le maglie nerazzurre si sono allargate, ma non
fino a tal punto da consentire alla squadra di conquistare una
vittoria preziosa, necessaria per il controsorpasso sulla Juve.
Errori nei passaggi, poca precisione nelle conclusioni, qualche
uomo – Allan, fresco di rinnovo – eccessivamente opaco. Se
Spalletti voleva neutralizzare l’avversario, vi è
riuscito: 0-0 come a Fuorigrotta. E, in fondo, la palla più
velenosa è stata quella di Skriniar, che a inizio ripresa ha
colpito di testa il palo. L’unica concessione di una difesa
attenta e stretta, al contrario di quanto era accaduto contro la
Roma al San Paolo, in quella partita che rischia di essere il passo
falso più pesante da assorbire nella volata scudetto
perché coincisa con il successo della Juve negli ultimi
secondi di recupero all’Olimpico. Dieci turni di campionato (la
metà fino allo scontro diretto del 22 aprile a Torino) sono
un periodo in cui si può impostare una rimonta, a patto che
la nuova capolista perda qualche battuta. Il Napoli non smarrisca,
proprio ora in cui tutto diventa complicato, le convinzioni nei
propri mezzi. Le ultime due prove vanno riscattate con prestazioni
vigorose e, se c’è qualche calciatore stanco, Sarri
adoperi alcune delle sue (poche) risorse. Lo Juventus Stadium,
adesso Allianz Arena, è il campo dove ha sempre perso ma le
statistiche sono fatte per essere ribaltate, soprattutto da una
squadra di valore, che sta dando il 101 per cento come dice il suo
allenatore e continuerà a darlo fino al 20 maggio, avendo al
suo fianco la città e nuovamente il suo presidente De
Laurentiis, assente a Milano.

From: Il Mattino.

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