Chiaro che il ritmo dellInter iniziale ha fatto sbandare gli azzurri per un po. Lungo possesso palla per gli ospiti, con gli azzurri che col 4-3-3 in qualche circostanza hanno sbandato. Ma senza mai perdere la testa. Poi, chiaro, si vive sugli episodi. Ospina, sfortunato sul gol di Eriksen, si riscatta alla grande. Micidiale sul rilancio per Insigne e poi salva la qualificazione con due interventi su Eriksen. Il Napoli merita la finale se si tiene conto anche della gara di andata. E lo merita anche per il modo umile con cui ha affrontato questa gara, soprattutto quando mette lelmetto e si trincea in un 4-1-4-1. Non era semplice rialzare la testa dopo lo svarione iniziale.
8 OSPINA
Da lapidare per l’errore in avvio quando resta immobile. Ma come nelle storie degli eroi, c’è poi il riscatto. È una gara strepitosa con interventi straordinari, prima su Lukaku poi su Candreva. Il suo lancio di 50 metri per Insigne è roba da Reina. Leggendario su Eriksen nel finale per ben due volte. Ammonito, salterà la finale.
6,5 DI LORENZO
La sua indecisione iniziale provoca il gol, ma ci può stare uno sbandamento visto il lungo periodo di stop. Qualche volta in difficoltà su Young, non riesce a tenere bene sull’inglese, ma con il passare dei minuti riesce a tenere meglio e presentarsi diverse volte al cross. Impeccabile nell’assedio finale dei nerazzurri.
7 MAKSIMOVIC
Qualche errore solo all’inizio, anche a causa di un centrocampo che fatica a fare filtro. Segue Koulibaly nel bene e nel male, soprattutto negli errori nella prima frazione ma poi diventa quasi imperiale con uscite rassicuranti palla al piede, assai più puntuale, anche in fase chiusura su Brozevic.
6,5 KOULIBALY
Appare fuori forma, fuori tempo, spesso fuori zona nel primo tempo, anche se le attenuanti sono tante, ma è un primo tempo da cancellare su Lukaku. Poi si trasforma nel solita granatiere: alza il muro tra sé e l’Inter ed è difficile passare dove sta lui. Finisce davvero a pezzi, ed è per questo che merita un voto alto.
6 HYSAJ
Schierato a sinistra, è chiamato a tenere su Candreva, perde il duello con l’esterno offensivo interista ed il fronte destro dell’attacco nerazzurro è quello da dove nascono i grandi pericoli per il Napoli, con Candreva che spesso è pericoloso. Poi nella ripresa alza la testa e prende meglio le misure.
5,5 ELMAS
È chiamato a stringere il campo all’Inter ed ad inserirsi negli spazi potenziali. Non riesce in nessuno dei due fondamentali, in un primo tempo insufficiente anche perché davvero la pressione nerazzurra è costante con Barella e Brozovic che spingono e lo infastidiscono. Manca nella spinta e viene sostituito.
6 DEMME
il suo duello è con Eriksen, il danese lo scherma ed impedisce al Napoli di appoggiarsi sul tedesco per l’impostazione. Un aspetto che limita molto la manovra del Napoli. Cresce con il passare dei minuti, quando l’Inter cala i ritmi marziani del primo tempo e c’è maggiore equilibrio.
5,5 ZIELINSKI
L’Inter prende il sopravvento a centrocampo anche perché il suo filtro è inferiore al solito. In mediana, non riesce a farsi vedere come alternativa a Demme per la costruzione ed anche nei rientri fa grande fatica, non arrivando mai per primo su una seconda palla. Sbaglia cose che non sbaglia mai.
6 POLITANO
Cresce nella prima frazione, aumentando la capacità di inserimento e creando diversi pericoli, come quando riesce a strappare il pallone ad Handanovic. Rimedia due fallacci da Young: ma, è la dimostrazione che la gamba di Politano è già frizzante. Poi cala nella ripresa ed esce.
7 MERTENS
Tocca pochissimi palloni nei primi minuti, con la compressione del giro-palla. Si abbassa alla ricerca di qualche pallone giocabile. Entra nella storia con il gol numero 122, sfruttando l’assist di Insigne. Poi diventa punto di riferimento, attacca gli spazi, va verso i compagni. Poi col fiatone.
7 INSIGNE
Una spina costante, un’arma micidiale nelle ripartenze. Skriniar prova a limitarlo nel suo ruolo di regista offensivo. Ha il merito di strappare in modo fantastico sul rilancio di Ospina che regala l’1-1, bruciando Eriksen e servendo a Mertens un assist che andava solo spinto in rete. È una raffica, prende e parte. Micidiale.
6 CALLEJON
Prende il posto di Politano nella ripresa e come al solito è un continuo andare su e giù per il campo. L’apporto in fase difensiva è di qualità, come sempre. Perché lo spagnolo è uno che non fa mai calcoli quando c’è da sacrificarsi. Col suo ingresso la metamorfosi verso il 4-1-4-1 è completa.
6 FABIAN RUIZ
L’uomo che ha deciso l’andata parte dalla panchina ed entra con i ritmi calati perchè Gattuso è sicuro di poter sfruttare meglio il suo giro-palla. In realtà il passo del centrocampista, soprattutto nelle ripartenza è ancora arrugginito. Va a rilento e si vede ma quando c’è da alzare il muro lui c’è.
6 MILIK
Terminale di una squadra che fatica a uscire dall’angolo ma quando la palla arriva sui suoi peidi difficile che non faccia la cosa giusta. Non ha la corsa del belga, ma si piazza davanti a Ranocchia e prova a rovinare il primo passaggio dei nerazzurri, dando fastidio al difensore interista.
6 ALLAN
La grinta con cui si piazza a fare il difensore è spiazzante. Escluso ancora una volta dall’undici titolare, si piazza in area e si lancia come un forsennato su ogni pallone scodellato nell’assalto finale dei nerazzurri. Lo spirito giusto per un big scivolato indietro nelle gerarchie.
sv YOUNES
Anche lui deve sacrificarsi a basta. Il disegno tattico è chiaro: poche possibilità di farsi vedere là davanti anche se il dna lo spinge a lasciare in inferiorità il centrocampo. Non perde un duello, con vigoria e con determinazione, facendo trascorrere secondi preziosi per la causa azzurra.
7,5 GATTUSO
Impossibile seguire l’Inter nel suo ritmo forsennato. Lui fa sì che il Napoli soffra senza mai lasciarsi andare. La strategia era quella di attendere i nerazzurri, e dopo il gol di Mertens, ecco che il Napoli si piazza a difesa del risultato che spalanca le porta alla finale. Forse un po’ troppo dentro l’area, ma il catenaccione è ben organizzato. Così come le sfuriate offensive. Tutto studiato a tavolino.