Regalare emozioni come il Pibe de Oro. E Carletto ha un’idea: consegnargli il numero 10. Alla scoperta di un asso da 92 milioni di follower
NAPOLI - James, come dice sua madre Maria del Pilar detta semplicemente Pilar, non è mai voluto diventare un calciatore: lui, è nato calciatore. Il talento lo aveva nel sangue, insomma, mentre i signori Rodriguez, scegliendo un nome di battesimo così british e glam per la Cordillera delle Ande orientali, hanno inconsapevolmente dato il via a quell’incredibile operazione marketing che ormai è la vita del prossimo acquisto del Napoli. Già, perché lui si chiama così in onore di Bond. James Bond. Facce da film e la diff erenza del numero: 007, missione azzurra. Regia di Carletto e una tentazione sullo sfondo: riportare in vita la 10 che fu di Maradona per consegnarla a lui, JR10.
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E allora, a piccoli passi verso il grande giorno dell’annuncio di un acquisto che mezzo mondo reputa ormai cosa fatta: James Rodriguez in volo dal Bernabeu al San Paolo, dritto da Ancelotti per la terza volta dopo gli anni del Real e del Bayern. Basterà un tweet, il solito fi rmato #ADL, e poi Napoli e il Napoli si ritroveranno catapultati in un mondo che fi nora hanno soltanto e marginalmente sfi orato con qualche giocatore di ieri. Tipo Lavezzi o Hamsik, oppure Higuain e il Matador Cavani: loro hanno anche posato per qualche pubblicità di livello, però soprattutto in patria, mentre James fa parte di una schiera di stelle del calcio, del marketing e dei social che da queste parti non hanno e non hanno avuto eguali. L’unico dubbio? Manca la controprova di nome Maradona: ai tempi di Diego non esistevano Instagram e company e certe cifre non erano neanche immaginabili. Ma questa è un’altra storia. Come quella della 10 del Napoli: ritirata in onore del Pibe, sì, ma vuoi vedere che JR, affezionatissimo al numero, sarà capace di riportarla al San Paolo? L’idea è saltata fuori, chissà: c’è tempo.
L’incredibile popolarità di James, dicevamo. Una specie di multinazionale umana che appena respira, produce: sponsor e partnership proliferano, senza sosta, e dunque non è un caso che i grandi brand facciano a gara per assicurarsi la sua immagine. Tanto per rendersi conto di quello che il fuoriclasse colombiano è capace di assemblare, basta dare uno sguardo alla comunità virtuale adorante al suo seguito: oltre 92 milioni di follower tra Instagram, Twitter, Facebook e YouTube. La crescita è costante. Tant’è che in passato è stato scelto da Huawei come ambasciatore in Colombia, dove è considerato una specie di re, e da Calvin Klein. Oggi, invece, James continua a essere uno degli storici alfi eri di Adidas (anche Insigne nella squadra); un volto dello stilista americano, Marc Jacobs, per gli occhiali; e poi un testimonial di Hublot, azienda svizzera di orologi di lusso, e Otro, piattaforma digitale creata per i fan dei giocatori più in vista (oltre a lui ci sono anche Messi, Neymar, Suarez, Dybala e grandi ex tipo Cantona e Beckham). I guadagni di James a ogni post pubblicitario sui social? Più o meno 400mila dollari (351mila euro).
Tra l’altro, JR ha anche un marchio: 10 Gold. Prodotti venduti: acqua minerale, bevande energizzanti e qualche cappellino. Tanto benessere e altrettanta benefi cenza: ha creato una fondazione dedicata ai bambini, Colombia Somos Todos, e collabora con la Fundacion Homi dell’Ospedale pediatrico di Bogotà della Misericordia, attiva nella lotta contro il cancro. Di recente, per intenderci, ha disertato il raduno della Colombia verso la Coppa America proprio per girare un promo di Warrior Children, un videogioco per smartphone promosso da Homi. Da copertina sono anche la sua nuova compagna e gli amici: rispettivamente Shannon de Lima, ex di Marc Anthony; e LeBron James, stella Nba dei Lakers. James come lui. E il signor Bond.
From: Corriere Dello Sport.