L’ultima spiaggia non esiste, è solo un vecchio film del 59 con Gregory Peck. E non è previsto vada in onda stasera. Succeda quel che succeda. Poi si sa, De Laurentiis è produttore di kolossal ed è il padre-padrone del club e potrebbe decidere per un colpo di scena in qualsiasi momento. I tre punti in palio servono come il pane per restare nel gruppone che lotta e lotterà per un posto al sole, quello che solo la Champions sa regalare. E gli azzurri devono riuscirci anche con mezza squadra fuori uso, magari ricordando a Rrahmani che appena un anno fa era il miglior difensore in serie A per palle recuperate e il suo soprannome a Verona era il polpo. Insomma, coraggio. E poiché se uno non ce l’ha, non lo può dare ecco che Ringhio stravolge ancora una volta tutto, facendo al solito di necessità virtù: niente 4-3-3 per mancanza di pedine e ritorno al futuro o meglio al passato con il 4-2-3-1 messo da parte dopo il Bentegodi. E come trequartista ci sarà Lorenzo Insigne. O almeno così ha provato ieri pomeriggio e magari è solo una trappola per il suo amico Pirlo che sicuro si sarà informato. Ma in ogni caso il Napoli che va in campo alle 18 per la prima sfida alla Juventus nello stadio ora dedicato a Maradona, è da far ribollire il sangue: Zielinski arretra nella linea dei due centrocampisti davanti alla difesa (come già nel 6-0 con il Genoa) e al suo fianco avrà Bakayoko e in avanti spazio a Lozano e Politano con Insigne nel ruolo di trequartista o sottopunta come nel secondo tempo con l’Atalanta in Coppa Italia e come se lo immaginava Sarri nel primo mese napoletano. Prima di cancellare dalla mente il progetto. In avanti Osimhen. Insomma, o la va o la spacca. D’altronde, c’è poco da fare: perché solo Elmas e Petagna sono alternativa autentiche in questo lazzaretto che è in questi giorni il Napoli. D’altronde anche Fabian mica sta così bene in questa prima settimana di post Covid.
Le urla di Rino sono quelle del primo giorno al Napoli. La voce è in forma, c’è poco da dire. Sul campo numero uno di Castel Volturno, quello delle prove generali, Gattuso fa fatica persino a schierare due formazioni in campo. Si è rasato quasi completamente la barba il tecnico calabrese e oggi si presenterà con un look inedito. Mai visto, forse prima. Anche nell’hotel che ha ospitato il Napoli c’era chi non lo ha riconosciuto. Chissà, forse anche una scaramanzia. D’altronde, serenità va cercando, anche se stasera arriva la Juventus di Pirlo che minaccia fuoco e fiamme. Ah, che gara. La prima volta che la partita di ritorno si gioca prima di quella di andata. Il 3 ottobre era sul bus che lo portava a Capodichino, Ringhio, quando gli venne detto di scendere. Per ordine dell’Asl. Quante volte si è mangiato le mani perché era sicuro che avrebbe fatto di quella Juve, cantiere in costruzione, un solo boccone. La Supercoppa di Reggio Emilia ha cambiato il destino dei bianconeri e magari la gara di questa sera cambierà quello del Napoli. L’aria ormai è quella che è: opprimente per non dire livida, popolata di fantasmi al momento impalpabili da cui Gattuso fa però fatica a tenersi lontano. De Laurentiis oggi sarà a Napoli e andrà in hotel per pranzo. Prima non poteva anche perché alle prese con i diritti tv e con la guerra in Lega per trovare una intesa. Non smette di aspettarsi qualcosa di buono. Gattuso sa bene che quella di stasera è occasione unica, proprio perché quella con la Juve è da sempre la partita dell’anno. Lo è sempre. Non è un’avversaria come le altre ma è la rivale di sempre per il tifo azzurro: avverte che una parte del mondo azzurro si sta allontanando da lui e vincere contro i bianconeri è l’occasione per il clamoroso riavvicinamento. Ci sarà un freddo glaciale all’ora del match e qualche ora prima arriveranno i risultati dei tamponi Covid-19 che la squadra ha fatto ieri sera tardi in hotel. Perché è pur sempre una vigilia in bolla tenendo conto dei casi di positività di Ghoulam e Koulibaly.