I cento passi di Cercola sono quelli che dividono lo Juventus club pi grande del sud dal Napoli pi club probabilmente pi acculturato della provincia e non solo. Ma loro sono un brand, non un club di tifosi racconta Toni Manna, il presidente del Napoli club Cercola che in due anni non solo ha raggiunto la ragguardevole cifra di 120 soci, ma anche creato un’ala solidale con uno sportello a disposizione della cittadinanza e non solo rivolto ai napoletani.
«Abbiamo sposato una filosofia – spiega Manna – per la quale il tifo non può durare soltanto novanta minuti». E i dati sono nei numeri. Una quindicina di presentazioni di libri l’anno. Da Napoletanità di Gigi Di Fiore a Zero al Sud di Marco Esposito, da Sputtanapoli di Maurizio Zaccone a la storia della questione merisionale. E ancora corsi di lingua napoletana scritta e orale, un banco alimentare curato direttamente dai soci del club, e alcuni professionisti che si occupano dell’ala solidale con uno sportello di ascolto, un sostegno psicologico, indirizzo al lavoro, corsi di informatica, di italiano e tanto altro ancora. Con tutto questo lavoro, paradossalmente, il Napoli rischia di andare in secondo piano. «Non scherziamo. Organizziamo biglietteria, trasferte. Non abbiamo ancora lo striscione perché non ci vogliamo legare ad alcuna organizzazione».
Ma Cercola è Caput mundi: «Nel maggio scorso abbiamo organizzato la prima riunione dei Napoli club del mondo. Sono arrivate delegazioni da Buenos Aires, Rio de Janeiro, Lussemburgo, tutto il Nord Italia. È stato un modo per conoscersi e scambiarci le esperienze. E senza falsa modestia, abbiamo insegnato a tanti il nostro modo di fare club».
Ma, a 100 passi, resta il neo del nemico. «La prima domanda che mi fanno, sapendo che sono di Cercola è se sono juventino. Ma qui non ci sono juventini in numero maggiore rispetto agli altri paesi. Il fatto è che il club di Cercola della Juventus è come se fosse un brand. Perché nominalmente è Juventus Club Cercola, ma i loro oltre mille affiliati sono la somma degli Juve club Cercola distaccati, quelli del beneventano, dell’avellinese, del Napoletano. Si chiamano tutti così come se fossero un brand, un franchising». Rapporti? Nessuno: «Noi non siamo andati ad esultare al gol di Koulibaly, loro non sono venuti all’autogol di Koulibaly». Rispetto e lontananza. «Io sono uno Juve free – conclude – li ho cancellati da facebook e dalle amicizie. Sapete chi sono gli juventini? I vigili urbani». Ma con quelli non si può litigare