Napoli-Juventus, in palio la coppa: Gattuso prenota una notte da sogno


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Non mai una partita come le altre, quando si affrontano Napoli e Juventus. Figurarsi questa sera che c’ in palio la Coppa Italia e che dall’altra parte c’ pure Maurizio Sarri. una sfida che una storia profonda, non solo una semplice partita di pallone. il Nord contro il Sud, spesso una specie di stato d’animo. La sfida alla Juventus la lancia un ragazzo calabrese, Gennaro Gattuso, quindi per questo testa dura, che in ogni cosa che fa dimostra di non aver nessun timore di affrontare i bianconeri. Vuole il trofeo, il primo da allenatore. Come lo vuole l’uomo di Figline che sa di non poter sbagliare ancora (dopo il ko in Supercoppa con la Lazio). Sar un duello tra stelle, una partita che verr giocata in uno stadio con 300 persone (compresi calciatori, staff tecnici e dirigenti), senza il presidente della Repubblica Mattarella e senza altri rappresentanti delle istituzioni. Un vuoto totale, il primo trofeo post Covid 19 che viene messo in palio nel mondo occidentale. Per questo, con un valore straordinario. Benvenuti all’Olimpico, dunque: il Napoli torna in finale dopo 6 anni, dopo la notte triste dell’agguato a Ciro Esposito e il successo con la Fiorentina. La Juventus, tranne lo scorso anno, qui di casa. Gattuso e Sarri no. Accarezzano il sogno di poter alzare quella coppa che che ha il valore di una Champions da un po’ di anni a questa parte.
 

 

Gattuso sa di avere grandi meriti se il Napoli è arrivato fin qui a Roma. Lui è l’ariete che ha riportato la squadra in alto, ripartendo dai cocci lasciati da Ancelotti. C’è una coppa a portata di mano e il coraggio – di sempre- di sfidare la Juventus senza paura, con la sfrontatezza del suo calcio verticale, molto italiano per l’ecletticità tattica e il coraggio di sapersi difendere molto moderno per la furibonda immediatezza con la quale, poi, dimostra, di saper scarnificare gli avversari. «Abbiamo preparato la partita lavorando e facendo recuperare i giocatori. Io e il mio staff abbiamo visto tanti video sulla Juventus. Sarà una finale difficile contro una formazione forte nella mentalità, con calciatori da sempre abituati ad appuntamenti di questo tipo. Aggredirli? In questo momento non siamo bravissimi ad aggredire l’avversario, dobbiamo giocare con le nostre armi», dice Gattuso parlando alla Rai. Nell’allenamento al San Paolo di ieri ha mostrato di non aver ancora messo ogni tassello al suo posto. Il vero dubbio è lì in attacco: Milik e Mertens si sono alternati per tutto il tempo là davanti, in una staffetta che rende omaggio – oggi saranno esattamente 50 anni da Italia-Germania Ovest 4-3 – alla più storica delle alternanze, quella tra Mazzola e Rivera. Chi giocherà dall’inizio? L’impressione è che tocchi al polacco. E l’altra novità rispetto alla semifinale con l’Inter è il ritorno di Callejon dal primo minuto al posto di Politano. Ovvio, solo impressioni. Le certezze sono altre Fabian in mediana e Mario Rui terzino sinistro. Con Meret al posto di Ospina squalificato. «Sarri? Mi piace tutto di lui.Ho fatto tanti copia e incolla in questi anni, come gioca la linea di difesa, come palleggia. Di lui mi piace tutto, poi un allenatore bravo ci deve mettere anche del suo». Gattuso dà il giusto peso a questa serata: è solo una tappa, non certo un traguardo. «La vittoria in Coppa Italia non chiuderebbe un cerchio per me, ho 42 anni, ho ancora tanto davanti come allenatore. La testa è soltanto per centrare l’obiettivo. Cristiano? Non basta un singolo giocatore per limitarlo. Penso che negli ultimi anni il calcio sia cambiato tanto. Nel 2007 ero un calciatore ed ero duro su Cristiano Ronaldo, ma non picchiavo. Non l’ho mai fatto». Pensa ai tifosi, il feeling è totale. «La città è molto passionale, non ti fa mancare mai il calore, in questi giorni sono stati vicini a me e alla mia famiglia, il livello della vita è altissimo, si vive bene, la città è molto calorosa. Noi possiamo dargli una gioia grande». Alla fine dell’allenamento, lunghissima seduta di calci di rigore, con Lozano apparso giù di tono morale negli ultimi giorni, impeccabile dal dischetto.
 

Ora il nemico è Maurizio Sarri, c’è poco da fare. Lui, stavolta, non può giocare sulle parole. Non sarebbe neppure giusto. «Volevamo la finale e siamo in finale. Vogliamo vincere e non mi importa niente di chi c’è dall’altra parte». Funziona così, d’altronde. Lui è in pieno clima partita. Ne fiuta già l’odore. Non vede l’ora che sia iniziata. «Mi girano i cogl… quando si dice che io in Italia non ho vinto niente, ho fatto tutte le promozioni sul campo senza saltare nessuna categoria. È un percorso difficile andare a prendere le promozioni nelle categorie inferiori». Elogia, e come non potrebbe: «Dries è un grande giocatore. È stato capace di trasformarsi in un attaccante diverso da quello che era prima. Rino mi piace molto, è ragazzo schietto che parla diretto. Non sono sorpreso perché secondo me aveva fatto bene anche al Milan». Sa che non è semplice giocare adesso, perché le partite sono assai simili a quelle di un torneo estivo «Quando riparte il Napoli ha una grande pericolosità. Ho avuto sensazioni brutte dopo la sconfitta in campionato, abbiamo commesso errori che contro palleggiatori come loro non si possono fare. Ci siamo allungati e abbiamo perso compattezza. A questo tipo di squadre questo non si può concedere. Sbagli che non possiamo ripetere». Senza Higuain, Sarri potrebbe riproporre Ronaldo centravanti o tornare a Dybala falso nove e ribadisce con orgoglio il percorso fatto fino ad adesso. «I risultati di questa Juve sono i migliori da tanti anni a questa parte: era da cinquant’anni che un tecnico esordiente non faceva questa media punti».

From: https://www.ilmattino.it/sport/sscnapoli/napoli_juventus_coppa_italia_ultime_notizie_oggi-5292221.html

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