Napoli, la fedeltà di Maggio: un applauso lungo dieci anni


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Dieci anni da raccontare: una vita a Napoli, testimonial perfetto
dell’era De Laurentiis. Christian Maggio è a scadenza di
contratto, quella di domani contro il Crotone può diventare
la sua ultima partita in maglia azzurra. Addio in vista ma non
ancora certo perché potrebbe esserci più avanti lo
spiraglio per il prolungamento di un altro anno. Tutto
dipenderà dal programma, dall’allenatore, dalle mosse
del club e dalla volontà del terzino. E anche Massimo
Briaschi, il suo procuratore ha lasciato un punto interrogativo.
«Futuro? Non c’è ancora nulla di definito. Avremo
modo di incontrare la società e decidere la cosa migliore,
quando i discorsi tecnici saranno più definiti», ha
detto a Radio Crc. Un fatto è certo, lui vuole continuare a
giocare, a correre sulla fascia destra, con il Napoli o da qualche
altra parte, magari nel Torino dove ritroverebbe Mazzarri, il
tecnico con il quale ha sempre avuto un feeling straordinario.
«Dirigente? Difficile. Ci stiamo guardando intorno, lui vuole
sicuramente continuare a giocare: è in perfetta forma
fisica, è un grande professionista. Giocare col Crotone? Se
fosse davvero l’ultima in azzurro sarebbe bello poterla
sfruttare», ha proseguito l’agente.

Una bandiera Christian Maggio, domani riceverà
l’applauso del San Paolo: un leader silenzioso, un
professionista esemplare, mai una parola fuori posto, mai un
allenamento svolto con minore intensità di quella abituale.
Soprattutto la straordinaria affidabilità nel farsi trovare
sempre pronto ogni qual volta Sarri lo ha chiamato in causa: venti
presenze in questa stagione (13 in campionato, 6 nelle coppe
europee e una in coppa Italia). Con umiltà e serenità
nelle ultime stagioni con Sarri ha accettato il ruolo di riserva di
Hysaj dopo i tanti anni vissuti da titolare prima con Mazzarri e
poi con Benitez.

Il veterano del gruppo, solo Hamsik ha una maggiore
anzianità nel Napoli di De Laurentiis: il terzino fu
acquistato a giugno del 2008, la sua prima esperienza al sud per un
ragazzo veneto di Montecchio Maggiore che aveva giocato con
Vicenza, Fiorentina, Sampdoria e Treviso. Ci ha messo poco per
innamorarsi di Napoli e dei napoletani e con la sua famiglia non si
è spostato più dalla città: un rapporto
straordinario con la gente. Il Napoli lo comprò per 8
milioni della Samp e firmò il suo primo contratto per cinque
anni. Primo allenatore Reja che lo schierò esterno destro di
centrocampo nel suo 3-5-2, stesso ruolo e stesso modulo ricoperto
poi più avanti con Mazzarri (che ritrovò dopo
l’esperienza alla Samp) dopo la parentesi Donadoni. Gli anni
più belli con l’attuale tecnico del Torino: protagonista
assoluto sia nella prima Champions League chiusa agli ottavi di
finale contro il Chelsea che in campionato. Poi il cambio di modulo
e di ruolo con Benitez: terzino destro nel 4-2-3-1, posizione
ricoperta a volte anche in Nazionale.
A Napoli la grande gioia delle due vittorie in coppa Italia e della
Supercoppa e anche le pagine amare. Quest’anno il sogno
scudetto inseguito a lungo e sfumato soltanto nel finale, una
stagione vissuta con grandissimo trasporto, un ruolo fondamentale
il suo nello spogliatoio: esperienza, equilibrio e
professionalità.

From: Il Mattino.

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