Napoli, la prima volta di Allan: «Il giusto premio per il mio lavoro»


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Allan, chi vince domani? «Ahi, qui a Napoli siamo
scaramantici, non si dice». Come un napoletano (acquisito)
qualsiasi, quasi come Mertens, che da queste parti chiamano Ciro.
«Dries è irragiungibile, lui vive la città in
tutto e per tutto. È napoletano. Il più napoletano
degli stranieri».

E lei?
«Io mi trovo benissimo, mio figlio Miguel parla il dialetto
napoletano. Napoli mi ricorda Rio, mi sento un po’ a casa:
stessa allegria, stessa spensieratezza, il mare…».

Da Udine a Napoli, un trauma.
«Il vero trauma è stato da Rio a Udine. Ero giovane,
all’inizio è stata dura, poi mi sono trovato alla
grande, anzi quell’esperienza mi ha aiutato tanto».

Ora è leader del Napoli.
«Leader non lo so, gioco con compagni eccezionali. Cerco di
fare del mio meglio».

Fino a meritare la Seleçao: è stato convocato
dal commissario tecnico Tite per le due amichevoli di
novembre.

«Sono anni che mi impegno, per me è una grande
soddisfazione. Spero sia solo un punto di partenza, per ora sono
concentrato sul Napoli».

E sulla Roma, immaginiamo.
«In quattro anni qui, non l’ho mai battuta. Una
maledizione, speriamo di invertire il trend».

From: Il Mattino.

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