L’ultimo rigore giusto mezzo campionato fa. Il primo, o meglio l’altro, a inizio stagione. Perch il Napoli, nella sua desolata annata mette anche questo sconfortante dato: andato solo due volte dal dischetto. Contro Fiorentina e Lecce. Ma stato protagonista di tante diatribe. Tanto che anche Ancelotti una volta sbott, dopo Napoli-Atalanta, per quello strano placcaggio di Kjaer su Llorente, non visto in nessuna maniera (Rizzoli poi disse che l’arbitro Giacomelli aveva s sbagliato, ma a non fischiare la punizione per fallo dello spagnolo) e da cui nacque, sul capovolgimento di fronte, il pari nerazzurro. L fu l’ultima occasione per il Napoli per mettere a posto un campionato che prendeva pieghe non volute e non previste. Ne abbiamo le tasche piene protest vibratamente De Laurentiis contro Nicchi e Rizzoli. E anche i giocatori in campo per cinque minuti furono delle furie. Inutilmente.
Il resto è cronaca di questi giorni, con gli azzurri che finalmente sembrano essersi ripresi con le tre vittorie di fila. Ma resta la costante di decisioni arbitrali strane. Per fortuna stavolta ininfluenti. È accaduto, ad esempio, contro la Juventus. Un mani di Cuadrado netto. Molto più netto di tanti altri fischiati in campionato. A esempio di quello di Zielinski fischiato a Firenze alla prima di campionato. La storia la conosciamo. Il Napoli vince 2-1 e l’errore di Mariani – e anche del Var in silenzio – cade nel dimenticatoio. Ma le immagini rimangono lì, nel web, a favore dei complottisti, di chi vede il Napoli perseguitato. Teorie social, sicuramente. Ma il dossier intanto si ingrossa, anche con l’ultimo episodio, lunedì contro la Samp: Politano viene toccato da Colley sulla linea dell’area di rigore. Ammonizione per simulazione. Il replay mostra che il contatto c’è stato. Il dubbio che possa essere rigore c’è ma il Var, molto attento sul precedente fallo di Manolas su Quagliarella, anche qui resta in silenzio.
Altra gara spartiacque della stagione azzurra è quella contro il Cagliari. E lì che inizia a incepparsi il motore napoletano. Colpa del gol di Castro nel finale che punisce un Napoli votato all’attacco, che ci prova in tutte le maniere. E in tutte le maniere, anche con le cattive, viene fermato dai sardi. Ma le trattenute di Klavan ancora su Llorente vengono derubricate dall’arbitro Di Bello a semplici contatti. In tutte le tv dei tifosi napoletani si vede la maglietta del bomber che si allunga. Ma sul monitor del Var evidentemente non appare nulla di strano. Nessuna maglia stropicciata. Anche qui il direttore di gara non viene affiancato dalla tecnologia ed è lasciato solo con il suo macroscopico errore.
Tante sviste che si aggiungono ai pali e alla mira storta degli attaccanti nostrani. E che hanno trasformato sino a ora questa stagione in un calvario. Una delle stazioni della via crucis napoletana è la gara con il Genoa. Sulla punizione di Mertens Lerager in barriera alza il braccio e respinge con il gomito. Anche dopo c’è qualche contatto strano in area. Qualche volta si dice che due mezzi rigori fanno un rigore. Non in questo caso. Di sicuro non al Napoli di questa stagione. Che paradossalmente si vede concesso il primo rigore, quello di «Mertens a Firenze» (come autoironizzano i tifosi napoletani sui social), molto meno netto di tanti altri. Per esempio della mossa di wrestling di Izzo su Ghoulam in Torino-Napoli quasi «strangolato» dal terzino di Scampia. O della trattenuta di Faraoni su Milik in Napoli-Verona. Episodi di una stagione che speriamo abbia finalmente il vento in poppa che spazzi la nebbia che troppe volte ha invaso la saletta del Var.