Napoli-Lecce, passaggio a vuoto: se è stonato il turnover massiccio


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Il Napoli frena. Secondo pari consecutivo, contro il Lecce neo promosso, di qualità inferiore rispetto alla Fiorentina. Una bella occasione sprecata da una squadra che ha fatto un passo indietro, rispetto a quella brillante ammirata nei primi 180 minuti. Non erano stati affrettati i giudizi, però. Il Napoli c’è, ha qualità. Ma il primo tempo, giocato male da una squadra che Spalletti aveva deciso di stravolgere cambiando troppi uomini, ha inciso sulla gara: nella ripresa il Napoli non ha avuto la lucidità sufficiente per piegare i giallorossi di Baroni, l’ex difensore che 32 anni fa aveva messo la firma sul secondo scudetto azzurro.

La buona notizia di questa serata amara è la prestazione di Meret, che si sente sotto esame da tre anni e stava per andare via. Ha parato un rigore ed è stato concentrato. Il massiccio turnover deciso dall’allenatore in vista delle partite più impegnative con Lazio e Liverpool è apparso eccessivo. E infatti dopo un tempo Spalletti ha rivisto le proprie scelte, inserendo Lobotka e Zielinski, titolari nelle prime tre partite. Erano emerse difficoltà di organizzazione tattica e nella circolazione (lenta) della palla, con Raspadori fuori dal contesto e Ndombele in ritardo di condizione. Un intervento del centrocampista francese aveva provocato il rigore tirato da Colombo e parato da Meret, che stasera, alla fine del mercato, scoprirà di dover rimanere perché non è stato raggiunto l’accordo con Navas. Il Napoli non ha saputo difendere il vantaggio – rete di Elmas – perché Colombo si è poi prodotto in una prodezza da fuori area che ricorderà per tutta la vita, approfittando dei distratti difensori azzurri. Chiara la prodezza della punta del Lecce, netto l’errore di chi è rimasto a guardare. Tre gol subiti in questo avvio di stagione, tutti evitabili: elemento su cui riflettere, specie ora che si affronteranno avversarie con un potenziale offensivo superiore, come Lazio e Liverpool.

Spalletti ha esagerato. E poi si è ricreduto, recuperando Lobotka e Zielinski. Nuovo modulo e troppi cambi, una scelta dettata dalla serie di impegni ravvicinati e dalla voglia di vedere all’opera i giocatori presi da De Laurentiis a Ferragosto. Ma ogni cosa ha un suo tempo – in particolare l’inserimento di un giovane talento come Raspadori – e comunque le scelte non devono essere limitare la squadra. A inizio ripresa Spalletti è intervenuto schierando Lobotka – la sua assenza si era avvertita nel primo tempo perché non vi era il centrocampista di pensiero – e Zielinski, poi spazio a Kvaratskhelia, accolto con un boato quando ha preso il posto di Elmas, che aveva lasciato traccia nella partita segnando il gol del vantaggio durato appena 4’. Il Lecce ha spinto meno (sul lato sinistro Banda aveva creato problemi a Di Lorenzo) e si è piazzato davanti a Colombo per coprire gli spazi. Non ve ne sono stati per Osimhen, che si è visto a venti minuti dalla fine con un colpo di testa finito a lato: poco per un attaccante che in queste partite deve fare la differenza. All’assalto finale hanno partecipato tutti, compreso Simeone, ultimo dei cinque cambi. Ma non è bastato per conquistare i 3 punti. Si è sgretolato il gruppone in testa e al primo posto è rimasta solo la Roma. 

 

Stasera il mercato chiude i battenti. È residua (1 per cento secondo il ds Giuntoli) la possibilità che il Napoli faccia altro, cioè inserire Navas nell’organico facendo scivolare in panchina Meret, che parando quel rigore ha intanto lanciato un segnale in un’estate complessa per lui. È tramontata la suggestione CR7, tirata fuori dal suo agente Mendes, ma questo non cambia il giudizio su una squadra che ha tutto il materiale per vivere una stagione da protagonista. A patto che non vi siano passi falsi come quello di ieri al Maradona, davanti ai quarantamila che avrebbero meritato un altro spettacolo.
 

From: https://www.ilmattino.it/pay/edicola/napoli_lecce_turnover_spalletti-6900743.html

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