Napoli-Lipsia in Europa League? Perché pensiamo allo scudetto


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Al primo confronto di Europa League con il Lipsia di
proprietà della Red Bull mancano due mesi, ma non è
per questo che i tifosi del Napoli sono sembrati poco interessati
all’esito del sorteggio dei sedicesimi della seconda coppa
europea, competizione nella quale gli azzurri sono scivolati dopo
essere stati esclusi dal girone di Champions. Del resto, né
il club né i giocatori hanno commentato, neanche con un
semplice tweet, l’abbinamento con la squadra che otto anni fa
giocava nella quinta divisione tedesca e oggi occupa il secondo
posto nella Bundesliga, a otto punti dal Bayern Monaco, grazie ai
milioni investiti dal colosso delle bibite energetiche e alla
capacità dei dirigenti di valorizzare ventenni di
qualità, come il centrocampista Keita (acquistato già
dal Liverpool per 50 milioni) e l’attaccante Werner (12 gol in
questa stagione).

Nei pensieri di squadra e tifoseria azzurre sono altre le
priorità, dopo il rallentamento nelle ultime due partite,
entrambe giocate al San Paolo: un punto e zero gol contro Juve e
Fiorentina. Ritrovare subito il passo di ottobre, il mese in cui il
Napoli è volato in testa alla classifica, è
l’obiettivo di Sarri e dei giocatori, che hanno perso smalto.
In particolare, irriconoscibili sono Mertens e Callejon rispetto a
quel periodo del campionato, mentre Hamsik ha continuato a
mantenere un profilo molto basso e la ragione ovviamente non
è in quel gol, solo uno, che gli manca per raggiungere
Maradona al primo posto nella graduatoria dei bomber azzurri: Marek
non riesce più a guidare la squadra, a dare
profondità alla manovra, a fare inserimenti nell’area
avversaria. Era immaginabile questa generale flessione, visto che
la stagione è cominciata col preliminare Champions del 16
agosto, ma nei momenti di difficoltà – era accaduto anche
nelle prime due annate – Sarri cambia il minimo indispensabile e
soprattutto non altera il modulo che ha scelto dopo le prime tre
giornate del campionato 2015-2016, quando puntò sul 4-3-3.
Che esalta le potenzialità dell’attacco se la squadra –
tutta, non il singolo – è in grado di giocare a ritmi
elevati, altrimenti le manovre diventano prevedibili da parte degli
avversari.

Il tecnico, radicale nei suoi ragionamenti, probabilmente
aspetterà la partita di Coppa Italia contro l’Udinese
tra un settimana per consentire a qualche titolarissimo di tirare
il fiato, dando più spazio a quei giovani, Ounas e Rog, che
rappresentano importanti investimenti per De Laurentiis.
Indubbiamente l’infortunio di Ghoulam e il problema fisico di
Insigne sono un pesante condizionamento della manovra che si
sviluppava sulla fascia sinistra, dove si attuavano quei
«giochi» – così li aveva definiti anche
Guardiola – in grado di mettere in crisi le difese avversarie. Ma
bisogna saper andare oltre, anche sfruttando maggiormente le
risorse disponibili, che tra un mese dovrebbero essere integrate da
quei rinforzi che sono necessari perché non si sa quando
Milik e Ghoulam saranno arruolabili per giocare, non soltanto per
riprendere ad allenarsi a Castel Volturno. Lecito chiedersi, poi,
quanto tempo dovrà passare per vedere questi giocatori
indossare le maglie azzurre.

From: Il Mattino.

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