Kalidou Koulibaly l’uomo che aveva regalato la vittoria e
l’illusione dello scudetto nella stagione sarriana, un anno e
mezzo fa, il calciatore che era negli occhi di tutti, che aveva
costruito il gol del riscatto e della speranza, col più
maldestro dei tiri ha ribaltato una partita che era stata ripresa
dal Napoli. La sua è una autorete che è come il
crollo di una diga. Pesante perché annulla il recupero di
tre gol, a Torino, sempre allo Juventus Stadium. Così la
gioia della testa di Koulibaly diventa dolore quando il pallone
colpisce la coscia e poi il polpaccio e poi finisce dietro Meret,
nella porta del Napoli. Un autogol che è un attentato
emotivo. La squadra si gela, incosciente, non riesce a farsene una
ragione, Orsato fischia la fine e Koulibaly esce dal campo con lo
sguardo nel vuoto, e subito trova ad abbracciarlo Giorgio Chiellini
con le stampelle e il cuore in disparte per i sei mesi fuori dal
campo che gli toccano, dimesso dal gioco ma non dal ruolo di
difensore, escluso dal campionato ma non dal fair play.
From: Il Mattino.