Napoli-Milan, amori & tradimenti: il gran ritorno di Higuain e Reina


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Quando era il leader indiscusso e senza macchie del Napoli, non
usò certo il fioretto per dire quello che pensava:
«Higuain alla Juventus? Come quando Figo è andato al
Real Madrid». Per questo Pepe Reina, nonostante le
intercettazioni, qualche amicizia pericolosa e pure qualche
prestazione non sempre straordinaria, nel cuore dei tifosi azzurri
occupa un posto stabile. E lo capirà sabato sera, quando
rimetterà piede al San Paolo da avversario, per la prima
volta nella sua vita, sia pure (forse, per sua fortuna) in panchina
perché giocherà Donnarumma. Reina e Higuain sono
stati compagni per due anni. E che anni. Arrivati insieme con
Benitez, nella stagione della rivoluzione di Rafa, e poi ancora
insieme nel primo anno di Sarri.

Al povero Gonzalo, da quando è passato alla Juve, i
napoletani hanno iniziato a guardare con occhi diversi, socchiusi
per il dispetto. Da quell’estate del 2016 è diventato il
traditore per definizione, un Bruto senza pugnale ma pur sempre
Bruto. E col trascorrere dei mesi, quel sentimento ha preso corpo,
si è rappreso e raggrumato, ed è sempre concentrato
di umori nerissimi. Che sfoceranno, c’è da giurarci,
nella solita liberatoria rappresentazione teatrale di un sentire
collettivo e univoco: non ci saranno coreografie ad hoc dedicate al
Bruto argentino ma ovviamente non mancheranno cori, insulti e tutto
il resto all’indirizzo del Pipita che avrà cambiato
colore delle strisce verticali, ma è pur sempre l’uomo
del voltafaccia.

Se i tifosi si divideranno nell’accogliere Pepe e Pipa, di
sicuro i due avranno la stessa accoglienza dal patron De
Laurentiis. Nei confronti del portiere e dell’attaccante
l’atteggiamento di rottura è stato netto: con Reina ha
pesato soprattutto il suo rapporto con una certa parte della
città, emerso dalle informative con la Dia. Nulla di
penalmente rilevante, ma quelle amicizie al patron non sono mai
piaciute. Per questo il rimbrotto pubblico dinnanzi alla moglie
Yolanda che ne sancì la separazione ufficiale. È
stato Sarri a evitare l’addio anticipato perché
l’estate scorsa lo spagnolo aveva deciso di andare via. Ma il
tecnico di Figline lo convinse due volte: a fine maggio e a fine
agosto, quando arrivarono le sirene del Psg. Non a caso, di gare
ufficiali nella stagione ne ha saltate appena tre. Con Gonzalo (e
col fratello Nicolas) invece è spesso stato come un duello
su un ring. Colpi bassi di ogni genere. De Laurentiis disse:
«Higuain può indicarmi col dito per tentare di
assolversi di fronte ai tifosi, che però non sono stupidi.
Se tu sei una persona di buongusto, non tradisci la squadra dove
hai giocato e dove ti sei affermato per andare ai rivali della
Juve. Credo sia una caduta di gusto, qui non c’entra più
né il presidente né il fratello del giocatore, ma
soltanto la sua cultura che ha dimostrato di essere
piccola».

From: Il Mattino.

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