Inviato a Castel di Sangro
Il pasticcio combinato nella sua prima apparizione con la maglia del Napoli sembra oramai alle spalle. Mathias Olivera è un ragazzo che non ha paura. Ha il viso pulito e le idee chiare, di chi sa che in azzurro dovrà battere la concorrenza di Mario Rui («Il professore», come lo chiama Spalletti) per ottenere una maglia da titolare. Certo, quel rigore procurato nel finale della gara amichevole contro l’Adana non è stato il più prestigioso dei bigliettini da visita, eppure l’uruguaiano ha saputo già mettersi tutto alle spalle. «Mi vedo molto bene in difesa come terzino, ma quando posso mi piace anche propormi in attacco», assicura Olivera, al quale non piacciono troppo i paragoni. «Mi ispiro a Caceres ma sono Olivera e basta. Theo Hernandez ha fatto vedere cose incredibili in serie A e anche a me piace molto la fase offensiva. Ma non voglio fare paragoni».
Prima di lui a Napoli sono stati passati già altri uruguaiani. «Tutti mi hanno parlato bene del club e me ne hanno ribadito l’importanza a livello internazionale», su tutti il suo primo sponsor è stato Cavani. «Ci siamo incontrati in nazionale e mi ha parlato di Napoli: mi ha detto che stavo facendo la scelta giusta ad accettare questa sfida». Anche perché le sfide non gli fanno paura e non ha caso ha scelto la maglia numero 17: quella che è stata di Hamsik. «So bene che questa maglia è stata vestita da un idolo per i napoletani. Io sono orgoglioso di portare questo numero e farò di tutto per onorarlo». Dopo il Getafe è il primo grande salto in alto per questo ragazzo che sogna in grande tra Napoli e nazionale. «Champions e Mondiale? Pensiamo un passo alla volta, ma di sicuro voglio dare il massimo per meritare una maglia da titolare». E, come detto, nel Napoli dovrà battere la concorrenza di Mario Rui. «Con lui siamo entrati subito in confidenza anche perché parla spagnolo. Mario è un punto di riferimento per la squadra e tra di noi non c’è alcun dualismo: sappiamo entrambi che dobbiamo lavorare per il bene del gruppo».
Le linee guida le ha tracciate Luciano Spalletti che lo ha già inserito al meglio. «Mi sta dando grande fiducia, mi parla e mi spiega come interpretare il suo gioco. Ma anche i compagni mi hanno accolto alla grande. Dopo i primi allenamenti mi sento già parte del gruppo. L’anno scorso il Napoli ha sfiorato lo scudetto e anche quest’anno vogliamo fare bene». Per riuscirci, tutti fanno affidamento sul contributo di Olivera che arriva da un piccolo infortunio rimediato in nazionale che lo ha tenuto ai box per i primi giorni di ritiro in Trentino. «È vero, sono stato fermo per qualche settimana, ma ora mi sento bene e voglio dimostrarlo. Non importano i moduli: difesa a quattro o centrocampo a cinque, non fa nessuna differenza». Sulla fascia sinistra tutta nuova con lui e Kvaratskhelia. «Mi trovo molto bene con lui. È un jugadorazo». Parola di Mathias Olivera.