Napoli, piano per lo scudetto: perché vincerà l’estro di Mertens


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Se non c’è da sorprendersi e preoccuparsi per il pareggio con l’Inter dopo otto vittorie (si consideri anche che quella di Spalletti è la squadra che più di tutte ha migliorato le prestazioni rispetto allo scorso campionato, chiuso al settimo posto), a maggior ragione non bisogna allarmarsi per l’appannamento di Mertens nell’ultima settimana. Zero reti nelle partite con Roma, City (sbagliato un rigore) e Inter.

Ma una fase di grigiore era ipotizzabile considerando il carico di partite a cui è stato sottoposto Dries: 14 con il Napoli e 4 con il Belgio, compresi 34 inutili minuti nell’ultima gara di qualificazione contro Malta. Il gioco di Dries è molto dispendioso sotto l’aspetto fisico e mentale, con i difensori avversari che colpiscono duro perché quest’attaccante riesce ad essere perfino più veloce dei loro pensieri. Le botte, alla fine di ogni partita, non si contano, però il piccolo belga dal cuore napoletano non si risparmia e non si ferma.

Contro l’Inter non ha segnato e non è stato brillante, ma tra i ventotto calciatori schierati da Sarri e Spalletti è stato quello che ha tirato più volte in porta secondo le statistiche della Lega calcio (tre). Mertens è un generoso, ha una grande voglia di giocare e, dopo il secondo grave infortunio di Milik, ne ha anche l’obbligo perché non ci sono alternative in panchina. Peraltro, anche quando Arek era disponibile si notava il disagio degli azzurri, abituati a giocare palla a terra, com Mertens e per Mertens. Sarri vivamente spera di non essere costretto a rinunciare a uno degli uomini del tridente e infatti fino all’ultimo ha confidato nel recupero di Insigne per la partitissima con l’Inter: Lorenzo non è soltanto cresciuto sotto l’aspetto tecnico, è diventato uomo e sa che il leader di una squadra, soprattutto la squadra della sua città, deve sempre stringere i denti.

Anche il piccolo e allegro Dries si batte come un leone e saprà superare questo grigio periodo dopo le meraviglie che ha saputo regalare a Napoli e aver conquistato la platea internazionale al punto da essere inserito nella lista dei candidati al Pallone d’oro. Il calo di forma è inevitabile per una squadra che ha cominciato ad allenarsi il 3 luglio, quasi quattro mesi pieni di lavoro e di partite, con un’impressionante regolarità di risultati in campionato. Mertens abbia pazienza e lucidi la sua arma migliore, che non è né lo scatto, né il dribbling, né il tiro. È la spensieratezza con cui gioca, quel senso perfino di incoscienza con cui ha accettato il ruolo di centravanti, con risultati straordinari. Se Dries si innervosisce per il gol che non arriva, spezza una magia.

Lui è il lieve campione che fa tutto con naturalezza, senza stress. Anche quando era in ballottaggio con Insigne sulla fascia sinistra perché al centro dell’attacco c’era Higuain o Milik, il belga non dava segnali di insofferenza, limitandosi all’ironia di un gesto o di una battuta. Il calcio di Mertens è allegria, è una fiamma che si accende e può durare per un’intera partita o per mesi. Con tutto il rispetto per i compagni, è stato anzitutto questo ragazzo a trascinare lassù il Napoli e a farne la grande e riconosciuta bellezza del calcio italiano. Sereno, Dries. La perfetta armonia di questa squadra e lo straordinario sostegno di questa tifoseria ti riporteranno presto ai tuoi giorni migliori.

From: Il Mattino.

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