“Napoli racconta Ciro Mertens”, su DAZN, è un tuffo nella vita del calciatore: dal rapporto con la vicina a chi chiama il figlio “Ciro Dries”.
C’è Lia, la vicina di casa, una delle galleriste d’arte più apprezzate del panorama contemporaneo, che quando il Napoli vince, gli regala una bottiglia di champagne. C’è Nino, il cuoco di fiducia: quello che prepara a Mertens gli spaghetti al pomodoro e basilico o la focaccia al pomodoro e che ha accompagnato Dries con oltre 50 pizze la notte in cui ha voluto regalare un pasto caldo ai senzatetto di Piazza Garibaldi.
C’è Lello, il fruttivendolo: ogni mattina Mertens, prima di andare a Castel Volturno, gli riserva un saluto. E Lello non gli fa mai mancare una bella cassettina di menta fresca. E poi anche Nino, ristoratore di Capri: amico di Mertens a tal punto da chiamare il suo primogenito Ciro Dries. “Ma senza virgola eh, proprio così: Ciro Dries – tiene a sottolineare -. E il vero Dries, quando l’ha saputo, era felicissimo. E’ il padrino di mio figlio”.
Per spiegarti la napoletanità di Dries Mertens devi andare lì, a Napoli. Il mondo napoletano di Dries Mertens sembra la Springfield dei Simpson. Una realtà quotidiana di personaggi e amici, ognuno con una propria caratteristica, presenti nella vita di Mertens. La Springfield di Mertens è la zona di Posillipo, “Napoli bene”, collina ma anche mare. Mertens vive sul mare: a Palazzo donn’Anna, palazzo nobiliare originario del 1600.
E’ amico di tutti: del sarto, del barista, del cuoco, del fruttivendolo, della vicina di casa. Mertens lì, in quel quartiere, è meno Mertens e più Ciro. Chè poi, perchè Ciro? In “Napoli racconta Ciro Mertens”, disponibile sull’app DAZN, troverete la risposta. Qualcuno ha detto di lui: “Mertens è la dimostrazione che essere napoletani non è solo una questione di nascita”. E forse, anche se sei nato in Belgio a 1600 chilometri da Napoli, è proprio così.
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