È uno stallo micidiale, gonfio di malumori. Uno stallo da
cui entro poco, in ogni caso, Sarri dovrà uscire. Facendo la
sua scelta: restare o andare via, accettare, rifiutare o rilanciare
l’offerta di De Laurentiis. Ma ieri, a Castel Volturno, il suo
umore nero non è affatto di buon auspicio per l’esito
della trattativa sulla sua permanenza al Napoli. Resta ancora muto
con i suoi fidati collaboratori (dopo il silenzio del giorno
prima), scrolla più volte le spalle quando qualcuno prova ad
approfondire l’esito del vertice del giorno prima a casa sua. E
alla squadra parla esclusivamente della gara con il Crotone, non
certo del suo futuro, argomento che potrebbe definire anche le
sorti di un bel po’ di giocatori della rosa azzurra.
Tormento e tormentone. Il costruttore della più bella
macchina di calcio in Italia è turbato. E non poco.
Probabile che certe frasi di De Laurentiis, riflettendo a mente
fredda, non gli siano andate giù. Ma è ancora
più probabile che ieri, il suo agente-amico Pellegrini, in
missione nelle zone della Filmauro, alla ricerca di un primo passo
significativo verso una intesa economica, non abbia mandato segnali
positivi. Ma è chiaro, è una trattativa di rinnovo
che muove i primi passi formali e quindi come in ogni affare ognuno
gioca la sua (legittima) partita. C’è chi fa la sua
offerta, magari c’è chi vuole che sia l’altro a fare
la prima mossa; e poi c’è il rilancio; ci sono i bluff e
tutto il resto. E nel mezzo richieste di vario tipo.
From: Il Mattino.