Inviato a Castel Volturno
Sarri non è tipo da farsi sconti: ieri mattina si è
messo al lavoro e pure nel pomeriggio di riposo post Udinese la sua
personale preparazione è entrata nel vivo. C’è
già stata una riunione tecnica con lo staff guidato dal suo
vice Calzona, poco prima dell’allenamento mattutino degli
azzurri. Sarri, in realtà, alla Juventus pensa dal giorno
dopo la partita con il Chievo. L’ha studiata grazie a un numero
consistente di dvd e alle relazioni che si è fatto
preparare: da quest’oggi completerà il trasferimento di
tutti i dati alla squadra. Stando ai precedenti, il tecnico
programmerà, da qui al match di domenica sera, almeno
quattro riunioni prettamente tecniche con Callejon e soci. Come
affrontare questa Juventus sarà il tema dominante. Con chi,
in realtà, Sarri non deve averlo già deciso. E lo si
capisce da qualche frase che ha pronunciato quasi di sfuggita. Ed
è questa una piccola novità.
Non è questione di insicurezza ma qualche dubbio lo deve
avere anche alla luce del rendimento nelle ultime due gare. Ed
è giusto, quindi, parlare delle soluzioni che ha a
disposizione. Non è messo in discussione il 4-3-3 che non ha
variabili se non a partita in corso, ma vanno prese in
considerazioni due incognite che riguardano il ballottaggio di due
big. La prima incognita riguarda la punta centrale: giocherà
Milik o Mertens? Ecco, il polacco ha messo la freccia nei
confronti del belga ed è seriamente candidato a prendersi
una maglia da titolare per il match-scudetto. Ora se la gioca
più o meno alla pari con Dries il cui rendimento appare
nettamente in flessione: la sua disciplina, la sua
disponibilità al sacrificio e la sua freschezza contro il
talento e l’imprevedibilità del falso nove. Oggi si
può dire Mertens 50% e Milik 50%: per Arek è
già un successo, ripensando a non molto tempo fa.
All’improvviso, però, Sarri si trova a dover fare i
conti con un imprevisto non di poco conto: la flessione di uno
degli uomini chiave, di uno dei suoi intoccabili ovvero Marek
Hamsik. Sì, il capitano ha colpito per la sua
passività nella prova contro l’Udinese ma anche per il
suo atteggiamento non brillante contro il Milan. Non ci fossero
alternative, il capitano scenderebbe in campo senza dubbio: ma lo
Zielinski visto in azione contro l’Udinese, pungente nelle sue
incursioni offensive e disciplinato tatticamente, gli consente di
poter riflettere. D’altronde, evviva questo tipo di
problemi.
From: Il Mattino.