«Il futuro è il portiere di una squadra che giocherà tanti palloni. Nessun allenatore vorrà un portiere che non sappia giocare con i piedi, poi è chiaro che bisogna anche saper parare». Le parole di Luciano Spalletti, qualche giorno fa, sembravano aver segnato un solco importante: da una parte Alex Meret, dall’altra David Ospina. I due si sono giocati in posto nelle ultime quattro stagioni, lo hanno sempre fatto alla pari dividendosi praticamente quasi al 50% le possibilità di andare in campo con un Napoli impegnato sempre almeno su tre fronti, campionato, Coppa Italia e competizioni europee.
Sempre, fino all’ultimo anno: è con Spalletti, infatti, che Ospina ha preso il sopravvento. Eppure sembrava quasi il contrario un anno fa: è Meret che parte titolare, poi l’ennesimo problema fisico ad agosto che lo costringe a stare ai box qualche settimana con Ospina che corre subito in aiuto degli azzurri. E il colombiano, di fatto, non lascerà più la porta. I numeri in Serie A sono imbarazzanti: 31 presenze per David, le altre 7 per Meret, che nell’ultima ha pure dovuto lasciare il posto nel finale all’amico Marfella per consentire l’esordio tra i grandi in campionato al terzo portiere. Sull’ex di Spal e Udinese ha pesato anche l’erroraccio di Empoli, una papera vera e propria che aveva condizionato forse la peggiore partita della squadra di Spalletti nel finale di stagione, un ko clamoroso nel finale di gara che non aveva distrutto i sogni scudetto – già sfumati nelle partite precedenti – ma alzato il velo su tutti i problemi del Napoli.
Ma è davvero così? Davvero David Ospina ha un rendimento così superiore al compagno Meret nel gioco con i piedi? I due hanno sicuramente caratteristiche diverse: il colombiano ha il baricentro più basso e questo aiuterebbe, tecnicamente forse è un po’ più dotato – ma per la scuola sudamericana non è una novità – del compagno e soprattutto è incredibilmente più esperto. Tra i due ci sono 9 anni di differenza, un’enormità se si considera che in quel ruolo la vera maturità arriva intorno ai 27/28 anni. In questi casi non esiste un’unica verità, una importante però può arrivare dai numeri. E le statistiche dell’ultima stagione in Serie A danno una risposta chiara.
Secondo i dati raccolti da Sofascore nell’ultima annata italiana, Meret batte il compagno Ospina in quasi tutti i dati tecnici che potrebbero essere analizzati nel confronto del “gioco con i piedi” per un portiere. Alex ha maggiore precisione assoluta (87% contro 81%), maggiore precisione nei passaggi della propria metà campo (95% contro 90%), vince il confronto nella precisione dei passaggi corti ai compagni (77% contro 62%) e anche in quelli lunghi (63% contro 51%. L’unico dato in cui Ospina “batte” il compagno sono i passaggi effettuati nella metà campo avversaria (33% contro 24% di Meret). E, soprattutto, il colombiano sembra prendersi più responsabilità, con 36 tocchi di media per partita contro i 33,3 di Meret.
Pregiudizi dei tifosi, dunque, e degli addetti ai lavori, almeno per quello che dicono i numeri. «Poi bisogna anche saper parare» dice Spalletti nell’intervista rilasciata a Sky Sport qualche giorno fa. E le parate sono condizioni fondamentali per un portiere. Anche in questo Meret non sembra pagar dazio: la media di parate dell’italiano è di 3,4 per partita, mentre Ospina si ferma a 2,6. Le uscite vincenti li vedono molto simili (0,4 per Meret, 0,3 per Ospina) così come simile è la media dei gol subiti quest’anno dai due in Serie A: 0,8 per David e 0,9 per Meret. Che ora è chiamato però a fare la differenza anche oltre i numeri: il Napoli ha già un portiere per il futuro, ma la porta è lì e va presa con decisione.