Eppure una lacrima scesa sul volto dei napoletani ora che Lorenzo Tonelli saluta la città per vestire ancora la maglia della Samp. «Ci mancherai, buona fortuna campione», scrivono i tifosi. Praticamente nulle le presenze in campo con la maglia del Napoli nella tristissima stagione in corso, e allora il club di De Laurentiis ha deciso il prestito con diritto di riscatto fissato a 2,5 milioni. Ma c’è un filo neanche troppo invisibile che lo lega ai tifosi azzurri: è riuscito ad entrare nel loro cuore nonostante le scarse presenze sul terreno di gioco ed è diventato simbolo di professionalità e di attaccamento alla maglia.
Lui è uno di quelli che ci ha messo l’anima. Lo raccontano le immagini diventate ormai virali sul web del suo sdegno dalla panchina per le ingiustizie arbitrali subite nell’ultimo match al San Paolo contro l’Atalanta, quando a fine gara, senza dire una parola, si è alzato dalla panchina per correre verso i compagni raccogliendo il pallone dal campo e offrendolo all’arbitro, come a dire: «Tu man of the match». Un gesto che ha conquistato tutti gli amanti del calcio, senza offese, senza polemiche, ma significativo oltre ogni parola. E Napoli non dimentica. Come non dimentica il suo patos, anche quando poteva solo guardare la partita in casacca, tanto che la sua ultima foto lo ritrae piegato su sé stesso mentre soffre insieme ai compagni titolari per guadagnare il passaggio del turno in Coppa Italia: immagini che restano scolpite nella mente dei tifosi. «Non ti dimenticheremo»; «Lorenzo, sei uno di noi»; «Hai sempre onorato la maglia e noi onoreremo sempre te», sono alcune delle dediche che arrivano dai social.
Per non parlare delle prestazioni in campo: forse uno dei bomber più prolifici della storia azzurra, nonostante il ruolo di difensore centrale. Tante partite salvate dai suoi gol di testa nei pochi minuti di gioco: nel suo esordio col Napoli subito un gol, proprio ai blucerchiati. Per poi ripetersi alla seconda presenza, scatenando innumerevoli ironie: «È lui l’attaccante che cercavamo»; «Che bomber, figuratevi se giocava avanti»; «Ma non è che gli hanno sbagliato ruolo?». Poi panchina, infortuni, e ancora panchina. Ma non ha mai detto una parola fuori luogo, mai uno sbuffo o un gesto poco gentile. E nonostante tutto in ogni prestazione cuore, anima e gambe, anche se non ha trovato lo spazio che sperava alla corte degli allenatori azzurri.
In tanti ricordano ancora il suo arrivo, e quei cori: «Vai Tonelli spezzagli le gambe, spezzagli, spezzagli, spezzagli le gambe». A furor di popolo, fin dal suo arrivo a Dimaro, era stato destinato a dar fastidio al traditore Higuain, additato della grave colpa di aver indossato la maglia bianconera. Poi fu amato per i suoi sorrisi e la media gol strepitosa. Ma fino alla fine, fino all’ultimo secondo da giocatore azzurro, ha fatto sentire a tutti quanto fosse legato alla maglia, alla città. Da vero professionista e da vero uomo ha lasciato Napoli. E Napoli non dimentica.