Napoli, tutti i motivi del divorzio tra De Laurentiis e Ancelotti


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Già la scorsa estate era tentato di cambiare, Gasperini era pronto. Il casting dell’ultima settimana

E due: perché è vero, ce ne sono di altre cose da fare, e non potrebbe essere diversamente, ma la priorità è il Napoli, Castel Volturno, una presenza fisica che riempia le giornate e consenta di avvertire il ruolo della società nei meandri della squadra. Il mercoledì negli spogliatoi, a osservare e a parlare. E il giovedì mattina di nuovo al Centro Sportivo: le crisi, che siano tecniche o di identità, vanno affrontare di petto e però mettendoci anche la faccia, che Aurelio De Laurentiis ha lasciato comparire proprio quando l’allenamento è cominciato, un messaggio subliminale e contemporaneamente uno diretto. «Io sono qua», senza bisogno di troppe fantasie. Due su due, sa quasi di primato, almeno recente, ed è certo che sia una scelta per fronteggiare la «congiuntura» sfavorevole e tentare di scovare la strada per ripartire: alle undici del mattino, abbandonando il carteggio degli appuntamenti sulla scrivania, Adl è sceso in campo, a modo suo, sistemandosi in panchina per scrutare nelle novità, per chiacchierare con Giuntoli, per guardare avanti.

Le ferite hanno bisogno di tempo per rimarginarsi e l’esonero di Ancelotti è stato doloroso, ha richiesto quattro o cinque giorni per essere concepito pienamente, ha rappresentato argomento di riflessione nella riunione di mercoledì a Roma, poi è divenuta una scelta che sabato sera, a Udine, è implosa e domenica è esplosa. Però già prima, una settimana o giù di lì, era partito il casting del presidente, le telefonate classiche che si fanno in casi del genere, quando si è tentati da un’idea e si cerca di ondeggiare nell’orizzonte avendo un percorso limpido.

Ma una crepa s’era aperta nel maggio scorso, quando De Laurentiis ha cominciato a vacillare nelle sue certezze, ha pensato seriamente, anzi concretamente a Gasperini, ed ha quindi valutato anche la possibilità di sciogliere quel contratto, con pagamento della clausola da 750mila euro, per virare subito. Non gli era piaciuto il finale di campionato, forse l’ultimo semestre, quello successivo alla eliminazione del Napoli dalla Champions: quel tempo in cui, insomma, nel girone di ritorno il Napoli aveva conquistato trentacinque punti, vincendo dieci partite, nove in meno dell’andata. E poi anche il crollo in Europa League, arrivato contro l’Arsenal (toh, il caso), aveva rappresentato un segnale di inquietudine.

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