«Napoli, un modulo per difendere ​e un altro per attaccare»


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Patentino da allenatore ma sta costruendo le sue fortune
soprattutto da opinionista televisivo: l’ex capitano del Napoli
Dario Marcolin ha seguito dal primo all’ultimo giorno il ritiro
degli azzurri, protagonista con la giornalista Claudia Mercurio del
«Diario di Dimaro», striscia quotidiana di Canale 21.
Marcolin conosce bene Ancelotti e il suo staff e non ha dubbi sulle
scelte tattiche del nuovo allenatore.

Da Sarri ad Ancelotti sempre nel segno del
4-3-3.

«La differenza non è il modulo ma come allenare il
4-3-3. Sarri è un tecnico che prova all’infinito le
stesse giocate, Carlo invece chiede esterni offensivi più
dentro al campo e lascia maggiore spazio alla fantasia del singolo.
Quando ho parlato con lui, mi ha ripetuto che Sarri ha svolto un
lavoro top, tanto da lasciare in eredità al gruppo una
grande cultura lavorativa. Maurizio pretendeva sempre pressing alto
con linea difensiva a centrocampo, cosa che Ancelotti non fa
sempre, infatti il Napoli a volte si abbassa e si compatta nella
propria metà campo».

Quindi vedremo la squadra ancora schierata con il
4-3-3?

«L’idea del nuovo tecnico è attaccare con il
4-2-3-1 e difendere con il 4-3-3, cosa che faceva nel Bayern grazie
a Thiago Alcantara che permetteva il cambio di modulo alzandosi
dietro la prima punta quando i suoi attaccavano. In questo Napoli
Zielinski, Rog e Ruiz mi sembrano gli elementi adatti per mettere
in atto queste caratteristiche e, a pensarci bene, nella sua
carriera Carlo ha vinto parecchio quando ha portato avanti questo
tipo di gioco».

From: Il Mattino.

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