Quell’urlo dopo il gol in nazionale con la Polonia non era passato inosservato: «Milik è tornato», avevano pensato i tifosi azzurri. Un ruggito liberatorio, e l’eco si è sentito anche al San Paolo nella notte contro il Verona, trascinandosi dietro grande entusiasmo per le sue giocate: questa volta alla prima occasione il polacco non si è fatto trovare impreparato e al 38’ ha trasformato l’assist di Fabian Ruiz in un gran bel gol. Poi un’altra zampata sul calcio d’angolo di Insigne, segnando il raddoppio. E così stop alle critiche: «Grande Milik»; «Che attaccante»; «Abbiamo sempre creduto in te»; «Finalmente ci divertiamo», è ora la voce dei social. E si esalta la sua media realizzativa: tutto sommato, nonostante il periodo di stop, unna rete ogni ora e 38 minuti non è poi così male.
«Dove sono ora tutti quelli che criticavano Ancelotti?», si chiede qualcuno. Spariti infatti tutti coloro che chiedevano la testa di re Carlo. Ora il popolo acclama l’operato del sovrano: «Bisogna dare tempo all’allenatore, farà bene. Il Napoli è in ripresa», si urla per le piazze virtuali.
Ma senza l’estremo difensore che continua a proteggere con le unghie e con i denti la porta, forse la città non sarebbe così felice. Intuito e tempismo, riflessi pronti e coraggio lo hanno elevato a un livello superiore: «Meret santo subito», a suffragio universale. Tre gare consecutive senza subire gol e applausi per tutto il reparto arretrato: questa volta a strappare il consenso è il risultato, nonostante i tentativi degli avversari arrivati talvolta con troppa facilità nelle vicinanze del portiere.
Ritrovato anche il capitano, dopo qualche prestazione sottotono: pace fatta, in campo e fuori, sotto le curve al momento della sostituzione per dar spazio al compagno Dries. «Grande Lorenzo, sei tutti noi»; «Quando stai sereno si vede il tuo valore», commentano i napoletani. Proprio lui, fra i più criticati dell’ultimo periodo dopo i tanti vocii si è mostrato deciso a mettere una pietra sopra, rispondendo agli applausi con il suo sorriso più smagliante.
From: Il Mattino.