Napoli, viaggio nel nuovo San Paolo: il cuore del mondo è per gli azzurri


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Sono tornato dopo 18 anni in curva. La curva B, quella di sempre.
Una decisione presa all’ultimo momento, con un amico storico.
La scusa è stata quella di ammirare il nuovo stadio San
Paolo, di godere finalmente di nuovi seggiolini azzurri, posti
numerati, maxi-schermi in un lato e nell’altro della struttura.
Ci siamo decisi tardi, per cui abbiamo trovato soltanto biglietti
per l’anello inferiore. Da lì si vede male, ma la
curiosità era tanta e siamo andati lo stesso. E, già
mettendo piede sugli spalti, abbiamo capito di avere fatto bene.
Una marea azzurra macchiata di bianco e di giallo ci ha accolto. Il
rinnovamento è notevole, sembra un altro stadio; un altro
posto. È davvero il San Paolo? Sì che lo è. Ed
è tutta un’altra cosa. Non solo una lavata di faccia.
Persino il campo sembra più vicino del solito; sarà
per via dell’effetto ottico dato dal manto erboso vicino alla
curva e della pista di atletica azzurra. Tutto sembra più
azzurro, più napoletano che mai.

CURVA INTERNAZIONALE
Ci siamo accorti che anche l’umanità dello stadio
è cambiata. Non solo l’estetica. Ci siamo sorpresi di
vedere attorno a noi, in quell’anello inferiore, quasi tutti
stranieri. Diciott’anni fa non era così. Non se ne
vedevano quasi mai. E invece c’erano, a frotte, tutti con le
sciarpe e le maglie azzurre. Tanti giapponesi o cinesi, a Napoli
per assistere al miracolo di San Gennaro. C’era un gruppo di
ragazzone svedesi, in vacanza in città, che dopo aver visto
la Cappella Sansevero e il lungomare hanno voluto immergersi nella
realtà dello stadio. John ed Emma, invece, una coppia
irlandese che si trovava qui e conosceva il Napoli grazie alla
Champions. Alexandra e Theodoros, greci, sventolavano un bandierone
del loro paese: ovviamente erano qui per Manolas. C’era uno
sparuto gruppo di belgi, tutti pazzi di Mertens. E poco più
avanti una colonia di polacchi, tutti vestiti di azzurro: non
vedevano l’ora di applaudire Zielinski in campo, peccato per
l’assenza di Milik.

From: Il Mattino.

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