Napoli, Zielinski sale sul ring: sinistro, destro e Milan al tappeto


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Come un pugile, Piotr Zielinski, colpisce col sinistro prima e poi
col destro, in una purezza di gesti, e il Milan traballa, poi
Mertens lo stende. È una partita apparentemente in apnea
quella del Napoli, che va sotto attaccando, non subendo mai, eppure
incassa due gol. La concezione agonistica ancelottiana mai domi,
mai sottomessi, nemmeno se stai perdendo in casa attraversa la
squadra, con tecnica e contenuti, arrivando alla scossa
caratteriale. Per Zielinski passa questa corrente, che blocca
l’eccedere della sofferenza che viene dal risultato, e poi in
lui si comminano e si infliggono i segni dell’evidente recupero
napoletano.

Bisogna aspettare un tempo, però, e sopportare i due gol
rossoneri, terrigni e fangosi, che sporcano gioco e intenzioni,
tattica e cuore. Ma il centrocampista polacco, e i suoi compagni
hanno una consapevolezza che diventa evidenza, manovrano,
palleggiano e intanto crescono, occupando militarmente la
metà campo dei calciatori di Gattuso, mancano ancora alcune
distanze, la precisione, ma non la capacità di controllo.
Intanto i fischi del passato investono Gonzalo Higuain, in un
sentimentalismo stantio prima che inutile, molto più
pragmatico e sontuoso il metodo Albiol. Con lui anche Allan, stessa
scuola, mentre davanti si procede a singhiozzo. Zielinski sa che
deve essere una roba intensa, elegante, e cercare quel tono
spiccato che se non passa sulle teste degli avversari deve almeno
passare sotto le loro gambe, un riscontrabile, esigentissimo, tocco
di classe. È quello che succede nel recupero, Callejon gli
serve in area un pallone di seta, lui lo fa scorrere preparando il
tiro, lo lascia andare per poi riprenderlo, con un fiducia nel
pallone quasi pari a quella del pensiero che sta dietro al suo
tiro, un tocco riveresco nel senso di Gianni Rivera da abatino nel
movimento, una delicatezza enorme, ma con una forza maggiore,
prepara il sinistro, l’interno sinistro per toccarla e metterla
nell’angolo alla sinistra di Donnarumma mentre tutto faceva
pensare che la tirasse dal lato opposto, almeno era quello che
hanno pensato i difensori del Milan: Musacchio, Calabria e Kessie.
Se ne inganni quattro, tra passaggio e porta, hai segnato un gran
gol. Soprattutto se li inganni solo muovendoti mentre ti metti in
posizione per calciare, e poi la piazzi, ottenendo il massimo
risultato.

From: Il Mattino.

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