Nasce il nuovo Napoli di Ancelotti: da Hamsik al modulo, quante novità


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«Modulo? Cos’è un modulo?» Sembra Shakespeare, invece è Carlo Ancelotti. Il neo allenatore del Napoli è «nuovo» in tutti i sensi. Dimenticatevi quella sensazione di fretta e malessere davanti a microfoni e telecamere, perché Carletto è uno che ascolta, ragiona, risponde. Senza nascondere nulla o nascondendo tutto. La prima volta davanti alla stampa napoletana non ha nulla di strano per lui, abituato a calcare le scene ed i palcoscenici più importanti, pronto a ribattere ogni volta. «Abbiamo una squadra già forte, era importante trattenere i nostri elementi. Siamo giovani e vogliamo crescere». Nell’ultimo quinquennio il Napoli è cambiato tanto, ma con Benitez prima e Sarri poi la filosofia è stata chiara. Non cambierà, ha assicurato Ancelotti, la strada tracciata sarà simile e affonderà le radici nella voglia di giocare un bel calcio, ma ora tutti sono curiosi di capire come gli azzurri cambieranno il loro modo di fare.

Non sarà dunque il modulo al centro di tutto, ma in queste prime 48 ore di Dimaro il messaggio è stato chiaro. Si riparte dal 4-3-3, l’impianto che tanto bene ha fatto agli azzurri nell’ultimo triennio. La novità più grande sicuramente Hamsik: niente mezz’ala, ora regista. Una possibilità che a Napoli si immagina da anni e che ora diventa realtà. Ma non c’è solo lui «perché Diawara ha già dimostrato qualità importanti», assicura Ancelotti. L’emiliano non dimentica nessuno della rosa napoletana, da Rog a Luperto, da Tonelli a Mertens. Il 4-3-3 ancelottiano, però, avrà caratteristiche diverse, più simile al suo amato albero di Natale. In mezzo al campo ci saranno ancora i muscoli di Allan e Rog insieme con le qualità tutte da scoprire di Fabián. Lo spagnolo si giocherà il posto su entrambi i lati del campo e il tandem con Zielinski potrebbe essere l’assetto di un Napoli formidabile oggi e nel tempo.

Tutto cambierà, invece, in attacco. Milik è, ad oggi, il tassello inamovibile, da alternare all’occorrenza con Inglese o Mertens. «Ero scettico nel vedere Dries prima punta, poi ha fatto trenta gol…», ha confessato Ancelotti che punterà sulle vie centrali più che sull’esterno, in piena linea con la filosofia del 4-3-2-1. Meno Callejon e più Verdi? Probabile. L’allenatore di Reggiolo sa che Mertens potrebbe tornare a giocare bene accanto alla punta e magari dietro l’attaccante «creando problemi agli avversari giocando tra le linee». Così come il neo azzurro Verdi che «dà alla squadra più soluzioni». Per Insigne, invece, cambierà poco o nulla. Meno compiti difensivi, magari, e la patente di regista offensivo annunciato, nell’attesa delle invenzioni che arrivino dai piedi buoni del centrocampo.

Ma non si vive di solo 4-3-3. Il punto fisso sarà la difesa a quattro che cambierà pochissimo e le alternative che piacciono ad Ancelotti stanno tutte nel 4-2-3-1, un modulo ancora non provato ma che sicuramente sarà studiato dagli azzurri in Trentino. Niente regista in mezzo al campo, spazio ai muscoli di Allan e Diawara (difficile immaginare Fabián o Hamsik nella coppia di mediani) e lunga vita alle soluzioni offensive. Ancelotti potrebbe divertirsi con la batteria di mezze punte e giocatori offensivi a disposizione. Callejon tornerebbe elemento imprescindibile, Insigne e Zielinski potrebbero alternarsi sull’esterno, Mertens giocare alle spalle della prima punta. E, in determinati casi, si potrebbe anche pensare di sfruttare Hamsik in un ruolo che per qualche tempo ha rivestito tra Napoli e nazionale slovacca dietro l’attaccante. Le idee ci sono, il tempo per metterle a frutto anche. Dimaro sarà banco di scuola, poi tra Liverpool, Borussia Dortmund e Wolfsburg si tireranno le somme. L’obiettivo, però resta lo stesso del passato. «Rendere felici i napoletani. So bene quanta passione c’è e che vantaggio può essere per noi». Carletto dixit.

From: Il Mattino.

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