Il grande colpo non è arrivato. Keylor Navas resta in standby (la porta resta aperta ancora per gennaio), mentre Cristiano Ronaldo resta un sogno. «Grazie per le offerte, ma resto al Psg», ha ufficializzato il costaricense sui suoi social. Ma al netto dei due colpi «saltati», il mercato del Napoli resta di altissimo livello. Sono andati via Mertens, Insigne e Osipina a fine contratto, Koulibaly per 40 milioni e al loro posto sono arrivati Kvaratskhelia, Simeone, Kim, Rapadori, Olivera, Sirigu e Ndombele. I colpi giusti per la rosa di Spalletti che adesso dovrà riuscire ad amalgamare il tutto nel migliore dei modi per puntare sempre più in alto. L’ultimo acquisto del Napoli nel calciomercato estivo è quello di Leonardo Rossi, attaccante romano del 2004 arrivato dal Milan per sostituire Giuseppe Ambrosino. Per il baby bomber azzurro, infatti, inizia oggi una nuova avventura nel Como di Henry: prestito secco per classe 2003 che potrà crescere e fare gol nei professionisti anche grazie agli assist di Fabregas, arrivato a Como per puntare alla promozione. Ounas, invece, è stato ceduto a titolo definitivo al Lille (3 milioni più uno di bonus).
Ma quello che si è chiuso ieri è stato il calciomercato dei grandi ritorni. Da Lukaku a Pogba, passando per Milik e Piatek. L’attaccante belga ha scelto di rientrare a Milano e all’Inter dopo l’ultima esperienza tutt’altro che felice al Chelsea. Un po’ come Pogba che è tornato alla Juventus a parametro zero, dopo che lo United aveva sborsato 100 milioni di euro per riportarlo in Premier. Diverso il percorso di Milik, che ritrova la serie A dopo il passaggio in Ligue 1 con il Marsiglia. Ha sposato la causa della Juventus ed è andato subito a segno all’esordio contro lo Spezia. E infine Piatek, vera e propria ciliegina sulla torta del ricco mercato della Salernitana. Ecco, i granata sono riusciti ad allestire una rosa profonda e piena di soluzioni che Nicola potrà utilizzare nel corso della stagione. Con Piatek anche Dia, senegalese fresco di conquista della coppa d’Africa in squadra con capitan Koulibaly e di un gol segnato in Champions League con la maglia del Villarreal. A proposito di campioni: il Lecce neopromosso ha portato in serie A Umtiti, che nel 2018 ha vinto il mondiale con la Francia ed ha scelto il Salento per ripartire dopo l’ultima stagione in chiaroscuro con la maglia del Barcellona. Per restare in tema, Di Maria. È arrivato a parametro zero dal Psg dove ha vinto tutto a livello nazionale ma niente a livello europeo, magari a Torino proverà a conquistare la Champions che ha già vinto da protagonista nel Real Madrid di Carlo Ancelotti.
Regina del mercato, la Roma che in una sola sessione ha regalato a Mourinho: Dybala, Belotti, Matic e Wijnaldum per aumentare il tasso tecnico e di esperienza della rosa giallorossa. Dal punto di vista della qualità è il Milan ad aver puntato sul talento più cristallino: Charles De Ketelaere è il 2001 sul quale tutto il calcio belga punta da qui ai prossimi 10 anni. Sarà lui a dover accendere la luce nell’attacco di Pioli per provare a bissare il trionfo della passata stagione. Tra le neopromosse, scatenato il Monza di Galliani che nelle ultime ore di mercato ha regalato a Stroppa Rovella e Izzo da aggiungere a Sensi, Pessina, Caprari, Cragno e Petagna. Meno brillante il mercato del Verona che in un solo colpo ha perso tutto l’attacco della passata stagione: Barak è andato alla Fiorentina, Simeone al Napoli, Caprari al Monza e anche il difensore Casale è andato alla Lazio. Sostituti? Pochi, solo Verdi arrivato al fotofinish in attesa dell’arrivo (ipotetico) di Ilicic a parametro zero dopo la risoluzione del contratto con l’Atalanta. Poco hanno fatto anche lo Spezia e la Sampdoria, mentre il giudizio interlocutorio resta anche sul Sassuolo che ha incassato tantissimo dalle cessioni di Raspadori e Scamacca e ha reinvestito sui giovani: Pinamonti e Alvarez che ancora devono lasciare il segno nella squadra di Dionisi. Per il resto poche rivoluzioni, qualche scommessa e tanta curiosità per i giovani che sperano di trovare spazio in un campionato che altrimenti rischia di diventare sempre meno accogliente per loro.