«Non mettete i Rolex al braccio», le raccomandazioni ai calciatori


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Inviato a Castel Volturno

È l’ultimo ad arrivare al centro sportivo. Il che
è già una notizia. Sala ristorante del Golden Tulip,
il quartier generale del Napoli: da quando c’è Carletto
Ancelotti, i calciatori non si vedono al mattino solo per fare
allenamento ma anche per la colazione. Tutti insieme. Arek Milik,
però, all’ora del raduno, attorno alle 10, non
c’è ancora. Arriva trafelato con una ventina di minuti
di ritardo, ma un motivo c’è e la squadra lo ha
già saputo: ha dovuto presentare la denuncia ai carabinieri
per la rapina subita nella notte. Si siede al suo posto, al fianco
di Zielinski con cui può parlare il polacco e combattere
facilmente la sua pigrizia linguistica (parla bene italiano ma nei
momenti particolari preferisce non farlo). Lorenzo Insigne e
Hamsik, che già ci sono passati, sono quelli che più
di tutti provano ad ironizzare sull’episodio della notte.

Descrivere lo stato d’animo di Milik è cosa semplice:
è quasi imbarazzato per quello che è successo.
«Napoli pericolosa? Lo è anche Parigi a notte
fonda», disse in una intervista appena un anno fa. Una beffa,
a leggerlo adesso. D’altronde, lui arriva davvero dalla strada,
dalla provincia polacca e conosce i pericoli. Sa bene, Milik, cosa
il club raccomanda ai giocatori ogni volta che può farlo.
Cose elementari, regole semplici, modi di comportarsi: mai fare
sfoggio di orologi preziosi al braccio, mai andare in giro
mostrando collane o bracciali d’oro e così via. Tra di
loro i calciatori si sono detti che bisogna fare più
attenzione. De Laurentiis, qualche anno fa, sintetizzò la
situazioni in maniera esemplare: «Succede a Londra e a New
York, perché in un clima di recessione credo che non si
debba andare in giro con i rolex sul braccio a fare gli
smargiassi». Succede. E De Laurentiis lo ricorda in privato
ai suoi giocatori di avere sempre un basso profilo. Soprattutto con
i Rolex al braccio.

From: Il Mattino.

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