Vincenzo Montefusco, 77 anni, è un pezzo di storia del Napoli. Non solo per i suoi trascorsi da calciatore ma anche per le esperienze da allenatore. Ha vinto l’ultimo trofeo con la Primavera nel 1997, conquistando la Coppa Italia nella doppia finale con l’Atalanta e proprio quel risultato spinse l’allora dg Ottavio Bianchi, suo ex compagno di squadra, ad affidargli la panchina dopo l’esonero di Gigi Simoni, che si era legato all’Inter. Montefusco sarebbe stato il tecnico della prima squadra anche in due successive circostanze, sostituendo Giovanni Galeone nella sventura stagione della retrocessione con 14 punti e Renzo Ulivieri, che fallì l’obiettivo della promozione in A. Arrivato Aurelio De Laurentiis, per un periodo Montefusco è stato il coordinatore del settore giovanile, poi si è ritirato, seguendo con affetto il figlio Tiziano, preparato istruttore di calcio, e da lontano le vicende del Napoli.
Vincenzo si è incontrato a Castel di Sangro, dove è ospite del salotto televisivo di Tele A, con Luciano Spalletti. Hanno chiacchierato a lungo ai bordi del campo dopo l’allenamento e Montefusco, che non è stato mai tenero con i suoi colleghi, gli ha fatto i complimenti per come ha gestito la vicenda Osimhen domenica pomeriggio, con quella “espulsione” dopo una lite in campo. «Altri tecnici, i più furbi, avrebbero magari fatto finta di niente, girandosi dall’altra parte. Ma Spalletti è intervenuto per ribadire un principio importante e dare un segnale allo spogliatoio». Montefusco assisterà all’amichevole con l’Adana, squadra turca allenata da Vincenzino Montella, uno dei suoi allievi: lo lanciò sedicenne nell’Empoli trentun anni fa, prima che nella formazione toscana arrivasse Spalletti per le ultime esperienze da calciatore.