Inviato a Parma
Vorrebbe, Gattuso, indovinare fin dal primo colpo tonalità e note giuste, alternandole come si deve già al debutto: le scale minori prima di quelle maggiori, poi gli arpeggi, le trombe e così via. D’altronde, Rino è anche nel posto giusto, a Parma, la città di Verdi. Vorrebbe che tutto fosse già perfetto, che il suo Napoli fosse un’opera lirica completa, un piccolo capolavoro pronto all’esordio fin dalle 12,30 quando il nuovo campionato degli azzurri prenderà inizio a meno di due mesi dall’ultima gara. Ed è proprio perché non vuole stonature, che il suo nuovo Napoli sarà praticamente simile a quello vecchio. Almeno all’inizio. Perché l’impressione della vigilia è che Osimhen, mister 80 milioni, entrerà in campo nella ripresa e dovrà iniziare dalla panchina la sua avventura italiana lasciando il posto al tenore Mertens che di occupare posti diversi da quello di falso 9 non sembra averne tanta voglia. Si accentra con continuazione, lasciando sguarnita la fascia. Dunque, o là davanti o nulla. Almeno per il momento. Insomma, il primo Napoli sarà una fotocopia degli ultimi della passata stagione, con Koulibaly che finché resta qui (e rischia di restarci per un altro anno) giocherà titolare e Rrahmani dovrà tenere un bel po’ di pazienza. Ma di vecchio c’è tutto, non solo gli uomini. Anche il sistema di gioco. Gli esperimenti estivi hanno spinto Gattuso a bocciare temporaneamente il 4-2-3-1 per una questione di coperta visibilmente assai corta. Dunque, 4-3-3. E su questo c’è da mettere la mano sul fuoco.
La prudenza dell’inizio, per quella malcelata ansia di non voler rivedere i vecchi spettri, spinge Gattuso a rinviare alla gara con il Genoa al San Paolo l’esordio dal primo minuto di Osimhen. Sia chiaro: stravede per l’attaccante. Ne è incantato. Lo ha voluto, preso per mano, accompagnato passo dopo passo ancor prima che dicesse di sì al Napoli. Ogni volta che può ne tesse le lodi, lo esalta, paragonandolo ai grandi attaccanti del passato. Ma sa bene che l’ultima partita ufficiale il nigeriano l’ha giocata a marzo e che fisicamente ha ancora qualche inghippo al motore che consiglia di procedere a un passo calmo. Dunque, il primo Napoli, quello contro il Parma dovrebbe vedere lì in prima linea Mertens titolare. Al suo fianco Lorenzo Insigne e sulla parte destra del campo, a completare il tridente, la sorpresa di Lozano, che appare favorito rispetto a Politano. Appare. Perché ieri mattina a Castel Volturno, nella rifinitura, Ringhio ha puntato su questo tridente che ha il sapore vintage ma che in questo momento gli dà più sicurezze e consente al fenomeno nigeriano di continuare ad ambientarsi senza fretta. Il suo esordio oggi è scontato, avverrà nel corso del match. Magari quando il fuoco che si sarà sprigionato all’inizio sarà un po’ meno ardente.
I mille spettatori voluti dal governatore Bonaccini allo stadio Tardini (il Parma invita gli sponsor) non cambiano la sostanza di un calcio che inizia ancora nel silenzio assordante degli stadi vuoti. Parma è stata la gara di esordio di Gattuso anche a dicembre, quando rilevò la squadra prostrata dal grottesco tira e molla con Ancelotti. Rino ha parlato alla squadra ieri mattina, prima della partenza e ha ribadito che vuole in questa stagione lo spirito di gruppo che ha portato il Napoli a vincere la Coppa Italia, dopo aver attraversato il lockdown. «Torneremo in alto se giocheremo ogni minuto di ogni partita come se fosse una finale», è il suo motto.
Ospina inizia tra i pali, ma non è un passaporto diplomatico. Lui e Meret si alterneranno, con il friulano che avrà qualche chance in più rispetto al colombiano che pure gode della stima di Gattuso. Meret è investimento importante di De Laurentiis e nessuno deve credere che il tecnico calabrese sia indifferente a queste tematiche aziendali. Vero che inizia il campionato senza aver rinnovato (è pronto a farlo, basta che De Laurentiis si convinca a eliminare la penale da 7 milioni in caso di addio anticipato) ma lui è in linea con la politica del club. Voleva qualche altro giocatore, soprattutto a centrocampo, per virare a qualcosa di diverso dal 4-3-3. Non è arrivato (o non è arrivato ancora) e lui non si dispera. Non ne fa un dramma. Riprende con Zielinski, Demme e Fabian. Il primo Napoli è pronto alla sua recita.